A che gioco giochiamo?

Sito internet tra i tanti: www.soldi-senza-lavoro.com/guadagnare- soldi-senza-fatica: “Chi l’ha detto che i soldi si possono guadagnare solo con il sudore della fronte? Questo detto non tiene più conto di quanto sia cambiato il mondo del lavoro, ma anche di quanto la tecnologia abbia rivoluzionato gli stili di vita e le abitudini…di recente
abbiamo assistito alla proliferazione su internet di casino e sale da poker online. E’ lì che potreste trovare la vostra Eldorado! Infatti vincere soldi è possibile ed è facile, basta essere costanti, tenaci, e astuti.”
“La Strada verso il Successo”, primo scoglio, premessa: “il lato negativo di questo scoglio è il bighellonare e lo scommettere alle corse dei cavalli, alle partite di calcio, agli incontri di pugilato. Il lato positivo è di dedicarsi attivamente ad un vero sport e a sani passatempi e il guadagnarsi da vivere”.
La riflessione inizia in una normale mattinata in coda all’ufficio postale: accanto a me una bambina e la sua mamma si avvicinano ad distributore di gratta e vinci ed è la bambina stessa che chiede alla madre se si può acquistare un biglietto per vedere se si vince qualcosa. L’impressione è che la bambina conosca molto bene il meccanismo. Nel frattempo arriva finalmente il mio turno per ritirare la raccomandata e mentre sto ancora firmando l’impiegata mi
chiede “vuole un gratta e vinci”? Declinando la “vantaggiosa offerta” confesso di avere provato un certo imbarazzo per la domanda inaspettata, ma rientrando in ufficio mi dico che ormai è normale, che d’altra parte lo Stato mette in piedi questi meccanismi per finanziare altre cose importanti. Ma ho anche l’amara impressione che la crisi economica stia accentuando alcuni problemi nella nostra società.
Molti articoli pubblicati di recente da quotidiani nazionali sottolineano come nelle giornate d’inizio mese, quando vengono normalmente accreditate le pensioni, si assiste ad un impennata delle giocate di tutti generi. È un fenomeno trasversale che riguarda tutte le fasce di età e che si presenta gravido di costi sociali per l’intera collettività, soprattutto quando assume connotati patologici.
Certamente il nostro fondatore non aveva a disposizione le nostre raffinate statistiche, ma sicuramente aveva una innata capacità di valutazione delle principali debolezze dell’animo umano. Dati alla mano risulta come il gioco d’azzardo sia la quinta industria italiana, dietro Fiat, Telecom, Enel, e l’industria cinematografica, è la prima per ritmi di crescita, movimenta qualcosa come il 2% del Pil, ed è anche la prima causa dell’indebitamento degli italiani.
Già nel 2009 lo stato aveva incassato oltre 53 miliardi di euro per lotterie, slot machines, giochi on-line, scommesse e le decine di altre offerte dei concessionari dei Monopoli di Stato, una cifra che colloca l’Italia al terzo posto nel mondo, dopo Giappone e Regno Unito. Quei cinquanta miliardi di euro sono più o meno la cifra che lo Stato spende per gestire l’istruzione in Italia, quindi le scuole, i professori, i bidelli, la manutenzione, gli acquisti, gli investimenti. Una riflessione molto superficiale potrebbe portare a pensare che quindi attraverso i proventi da scommesse e lotterie si realizzino anche opere importanti, ma molto probabilmente ci potrebbero essere strade e modalità differenti per recuperare le stesse risorse senza spingere le persone verso quella che in un numero molto elevato di casi diviene una malattia, devastante per gli individui e per le famiglie.
La Bibbia non condanna specificamente il gioco d’azzardo, le scommesse o il gioco del lotto. Ci avverte, però, di guardarci dall’ amore del denaro (1 Timoteo 6,10; Ebrei 13,5).
La Scrittura ci spinge anche a diffidare dei tentativi di “arricchirsi velocemente” (Proverbi 13,11; 23,5; Ecclesiaste 5,10). Lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica, pur non ritenendo i giochi d’azzardo (gioco delle carte, ecc.) o le scommesse in sè contrari alla giustizia, sottolinea come essi diventino moralmente inaccettabili allorché vadano a privare la persona di ciò che le è necessario per far fronte ai bisogni propri e altrui.
Nella visione etica propria dello scautismo, ben sottolineata dal primo scoglio della Strada verso il successo, una delle chiavi educative è che gli obiettivi devono essere raggiunti attraverso lo sforzo personale e ciò che viene guadagnato è frutto della nostra fatica e del nostro lavoro (dal distintivo del lupetto alle risorse per fare fronte alle necessità della vita dell’adulto). Questo esercizio ha tra l’altro importanti e positive conseguenze in termini di autostima e di formazione della personalità.
Certamente l’attuale situazione di difficoltà per la mancanza di lavoro e di risorse economiche sufficienti fa sì che molti tentino la sorte per disperazione. Ma il nostro sforzo di cristiani e di cittadini deve senza dubbio essere indirizzato verso soluzioni differenti, che aiutino anche gli altri a non dipendere dalla sorte. Esiste tutta una letteratura e molti studi che evidenziano come le ricchezze e il denaro guadagnato senza sforzo vengano il più delle volte sperperati e ricaccino l’individuo in problemi ancora maggiori.
Senza contare che una vincita importante spinge spesso l’individuo in una spirale senza fine, dove domina il pensiero che la fortuna si può ripetere: quindi perché non continuare a scommettere? A questo proposito viene opportuno il passo di Proverbi 13,11 che dice: “La ricchezza male acquistata va diminuendo, ma chi accumula a poco a poco, l’aumenta”. Questo può essere senza dubbio un buon riferimento verso il quale guidare la nostra canoa.

Stefano Bertoni

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