Una nuova rubrica per tutte le Capo e Capi

Sentieri Digitali

Marco Fioretti – marco@storiafse.net

Quando è nata la nostra associazione, l’unica cosa digitale che ci si poteva trovare era, forse, qualche orologio da polso. Oggi, invece, anche per molti Capi, sembra già difficile persino ricordarsi che social network e telefoni personali, potenti quanto un computer e sempre connessi, esistono solo da qualche anno. Lo scopo di questa nuova rubrica è proprio quello di aiutare tutti i Capi a gestire come si deve questa rivoluzione, che non può essere ignorata.

Il tema ricorrente sarà che tecnologie e ambienti di comunicazione digitali ormai controllano ogni aspetto della vita individuale e sociale, incluso l’effettivo godimento di diversi diritti umani e civili.

Mentre scrivo queste righe, l’attacco informatico “WCry” sta bloccando le apparecchiature di molti ospedali, Whatsapp è stato multato per “clausole vessatorie”, e ancora ci si interroga su manipolazioni informatiche delle elezioni in USA e Francia. Roba da tecnici? Forse. Rimane il fatto che tutti quegli eventi hanno effetti così gravi per disattenzione o disinteresse di tutti noialtri, non certo dei tecnici.

“Ma io di computer non ci capisco niente…”

Ormai il mondo è digitalizzato e non tornerà indietro perché “io di computer non ci capisco niente”. Per quanto riguarda il nostro servizio scout, le conseguenze inevitabili sono che:

  • Sapere e capire certe cose “digitali” ma niente affatto tecniche non solo è possibile a tutti, ma è civismo, non informatica. Ovvero, non è una questione tecnica, delegabile a tecnici
  • In particolare, ormai è quasi impossibile sia essere, sia educare “buoni cristiani e buoni cittadini” senza avere una conoscenza di massima, non tecnica ma seria, di come funzionano davvero certe cose. Farlo, e agire di conseguenza anche in servizio, è una responsabilità educativa, personale e ormai inevitabile, di ogni singolo Capo scout.

Ma non potremmo lasciar fare ai “nativi digitali”?

Quella che i “nativi digitali” sappiano da soli cosa fare, e possano insegnarlo agli altri, è, fin troppo spesso, solo una favola. Nativo digitale significa con sicurezza soltanto tre cose:

  • sei nato quando Internet e cellulari erano già roba di tutti i giorni, o quasi
  • reagisci a informazioni ed emozioni in maniera diversa da chi non ha imparato a farlo principalmente attraverso uno schermo. A volte meglio, a volte no
  • davanti a un dispositivo elettronico nuovo, non ti spaventi, ma pigi tasti a caso, serenamente, finché non capisci come funziona

Ma nessuna di queste cose garantisce vera consapevolezza, o uso responsabile del “digitale”! Se per capire davvero una tecnologia bastasse essere nati in un certo periodo, i cinquantenni di oggi dovrebbero essere tutti registi TV, solo perché negli anni 80 sapevano configurare i primi videoregistratori.

OK, ma di che parliamo?

In pratica, in questa rubrica troverete spiegazioni e spunti di discussione chiari e concreti, su misura per noi Capi, su:

  • tecnologie e fenomeni digitali (dai formati all’effetto bolla, da OpenStreetMap a social network e “fake news”) rilevanti per il nostro servizio
  • come “vivere” online
  • come e quando usare, o NON usare, tecnologie digitali e social network per comunicazioni e altre attività scout
  • come fare formazione a livello nazionale o locale, sugli stessi argomenti

Il secondo punto potrebbe essere quello potenzialmente più critico, perché comprende di tutto: ci sta l’immagine pubblica dell’associazione, tanto quanto i diritti di ogni singolo capo e di chi gli sta intorno, passando per l’efficacia della nostra missione educativa. Un esempio di cosa questo significa ci viene da AGSE, la FSE francese. Durante le ultime elezioni presidenziali AGSE ha ritenuto necessario ricordare ufficialmente che [1](1)

“non è la missione del nostro movimento di esprimere il proprio parere sui programmi politici di qualsiasi tipo o di qualsiasi candidato… i nostri social network e i nostri forum non dovrebbero in alcun modo essere utilizzati per esprimere opinioni politiche o di criticare un gruppo o persona che avrebbe potuto fare una dichiarazione al centro dell’agenda politica. Chiediamo a tutti di rispettare fedelmente questo atteggiamento e non di utilizzare le reti scout per qualcos’altro”

e qui casca l’asino. Perché che uno Scout, soprattutto se Capo, non debba “fare propaganda politica” per noi è scontato, ma in un mondo digitale le cose non sono così semplici come sembra da quel comunicato.

Oggi, almeno in Italia, quasi tutti i social network e forum “scout” non sono altro che singole pagine Facebook, o gruppi di discussione su Facebook (Whatsapp è sempre Facebook, ma ne parleremo un’altra volta). Cioè a un clic di distanza, letteralmente, da altri gruppi di qualsiasi genere, nonché dalle nostre bacheche personali. Le stesse in cui siamo incoraggiati a dire e condividere quel che vogliamo, spesso con le stesse identiche persone, minorenni inclusi, che incontriamo nei “gruppi scout” dello stesso sito.

La domanda, quindi, sorge spontanea, visto che da noi le elezioni dovrebbero esserci l’anno prossimo:

se, in quanto Capo, DEVO astenermi da “propaganda politica (o altri comportamenti…) su pagine e gruppi di discussione scout” …devo farlo anche negli altri spazi dello stesso ambiente digitale? Sì, no, perché?

Nei prossimi numeri di Azimuth troverete la nostra risposta. Ma vorremmo trovarci anche le vostre! Scriveteci per raccontarcele, e anche per dirci cosa, esattamente, vorreste trovare in questa rubrica, o in altre attività associative sugli stessi temi.

Buoni Sentieri Digitali!

  1. Fonti: circolare AGSE riportata dal blog SalonBeige (www.lesalonbeige.fr/second-tour-les-scouts-deurope-savent-raison-garder/) e da un tweet dall’account ufficiale (https://twitter.com/Scouts_Europe/status/862663580142903296)

Posted in 2/2017, Scautismo digitale