Il simbolismo scout: un ponte tra mito e realtà

Manuela Evangelisti – Commissaria Nazionale Guide

Difficile parlare di simboli nello Scautismo perché penso che esso sia in sé un simbolo; certamente simbolo di un’epoca storica, di uno stile di vita, di un’appartenenza di pensiero, di una larga fascia di età, di… immagini, pensieri, parole ed azioni.

Di fatto la stessa definizione di simbolo è “mettere insieme” due parti distinte, è unione di significati (dal latino symbolum e dal greco σύμβολον). Lo Scautismo, con i suoi simboli, si propone di gettare ponti nell’ottica di un progetto di continuità e di crescita perché crea reti sociali e aiuta i giovani ad abitare bene il mondo reale.

La capacità di simbolizzare si sviluppa fin da piccoli e ci permette di collegare, immaginare, ipotizzare e, affinché non rimanga una competenza astratta, deve continuamente ri-nascere in un’esperienza concreta, reale e attiva. In Branca Guide questo è possibile vivendo l’Avventura, sperimentando il senso di appartenenza ad una squadriglia e ad un Riparto, crescendo in un percorso di progressione personale.

Il Metodo Guide nasce da un simbolismo intrecciato con l’esperienza delle altre branche (Uniforme, distintivi, Legge, Promessa, Orifiamma, fazzoletto, cerimonie dei passaggi – ciascuno con i suoi segni ed il suo linguaggio, ma comuni nella rappresentazione simbolica) e si anima di un simbolismo proprio e specifico (la Cordata, l’animale di squadriglia, il nome di caccia, l’Avventura, gli Incarichi, gli Organismi di Riparto, etc….) che rappresenta per le Guide l’appartenenza ad una specifica comunità. A fare da filo conduttore, una spiritualità vissuta (e non professata), le esperienze di fede e fraternità che passano attraverso mani sporche, tende umide, legna da ardere, zaini …

Il luogo privilegiato dove vivere l’Avventura (simbolo di un’esperienza tra mito e realtà) è, infatti, la natura, la vita all’aperto: questi spazi sono contemporaneamente reali ed evocativi. La natura è il palcoscenico che mette alla prova, che cala in un’esperienza viva, che ha il sapore e la forza della verità e dell’autenticità. E, come palcoscenico, ha bisogno di attori, protagonisti attivi che, costruendo la loro identità, sanno calarsi nei panni del Grande Gioco della vita reale.

Regista dietro le quinte di questo spettacolo è il buon Dio che mette nelle preparate mani della Capo Riparto la traccia di un copione chiedendo a lei stessa di entrare in scena. Il ruolo della Capo è importante e difficile perché è contemporaneamente attrice e coordinatrice di scena: ha la responsabilità di suggerire e governare la trama dell’Avventura creando senso di appartenenza, con attenzione alla progressione di ciascuna, ma mantenendo la singola attrice sul palco dello spettacolo collettivo. La Capo ha la responsabilità di porsi come sorella maggiore, che sostiene e guida nelle prove, affinché la Guida possa essere pronta ad interpretare se stessa sul palco della vita quotidiana, nell’esperienza vera senza maschere e senza trucchi.

Per fare tutto questo la Capo deve partecipare in prima persona all’Avventura stessa, deve entrare personalmente nel gioco dell’appartenenza comunitaria e sperimentarsi nel proprio percorso di crescita (e formazione) permanente.

AVVERTENZA SPECIALE: “MODERARE IL LINGUAGGIO”

Parlando il “nostro” linguaggio, tra noi scout, non abbiamo alcuna difficoltà di comprensione: tutti sappiamo di cosa parliamo quando diciamo “salita al Fuoco” o “guì”. Ma quando ci rivolgiamo a persone esterne al “nostro mondo simbolico” è necessario adeguare il nostro linguaggio a quello “comune” altrimenti sarà complesso farci capire. Mi riferisco in particolare ai genitori e alle Riunioni che facciamo con loro. Come possiamo pensare che comprendano la nostra proposta realmente se noi parliamo lo “scoutese”? Forse con i genitori di una Guida al terzo anno ci sarà meno difficoltà di comprensione perché lei stessa narrerà a casa della sua Avventura. Ma pensiamo anche ai genitori che per la prima volta varcano la porta della nostra sede e ci sentono parlare una lingua straniera. Fateci caso, mettetevi nei loro panni…e moderate il linguaggio!!!

Posted in 4/2016, Giocare il Gioco