Giuliano Furlanetto e Don Angelo Balcon (Akela e Baloo d’Italia)
Presentiamo uno stralcio del Sussidio “Cent’anni di forza e di diletto”. Osservazioni e appunti sul “Manuale dei Lupetti” nel centenario della sua pubblicazione, uscito in occasione della Rupe dei Consigli di Branco 2016 a cura di Giuliano Furlanetto, Akela d’Italia, e di don Angelo Balcon, Baloo d’Italia.
[inserire un box con l’immagine della copertina del sussidio]Il simbolismo nella vita di Branco richiama sempre il cerchio ed è legato all’ambiente giungla: in cerchio, attorno alla grande rupe, si disponevano i lupi quando il Branco si radunava e, appena Akela vi aveva preso posto, tutti i lupi accucciati in cerchio alzavano il muso in aria…
I cerchi e il Grande Urlo
Quando si chiamano i bambini, la loro corsa si ferma “intorno” a chi li ha chiamati. La disposizione circolare ordinata va invece “costruita” e diventerà naturale nel tempo: i Cuccioli impareranno ad occupare il loro posto gradualmente, aiutati anche dal vice Capo Sestiglia. All’inizio dell’anno è bene che un Vecchio Lupo richiami il “perché” delle cose e lo motivi i Lupetti. Leggendo il Manuale, con la matita in mano, possiamo rinfrescarci noi per primi il motivo della disposizione in cerchio.
B.-P. spiega ai cuccioli la disposizione in cerchio partendo da come si disponevano i Lupi del Branco di Seonee intorno alla Rupe del Consiglio, dando delle indicazioni pratiche: tre passi di diametro con al centro un palo della bandiera o il Totem del Branco. Per formare il Cerchio di Parata, B.P. insegna a prendersi per mano ed allargarsi fino a che tutte le braccia non siano tese. Il Cerchio è chiamato da un Vecchio Lupo e, al richiamo, il Lupetto corre prontamente rispondendo “Lupo!”.
Le indicazioni che B.P. dà sul Cerchio nel nostro “Manuale” anticipano quanto egli ebbe a dire sette anni dopo, motivando la scelta di questa disposizione dei ragazzi.
In un articolo del 1923 scrive: L’idea che guida il raduno a cerchio è invece che in essi ciascuno individuo è considerato un giocatore intelligente della squadra piuttosto che un semplice ingranaggio del meccanismo, e che egli ha diritto di conoscere, insieme con i suoi compagni, lo scopo ad essi proposto, per poterlo quindi perseguire al meglio delle sue capacità.
Se lo Scautismo ha a cuore la formazione personalizzata del singolo dentro un cammino comunitario, l’immagine del cerchio propone visivamente a tutti questa concezione della pedagogia scout.
La disposizione in Cerchio valorizza, nell’insieme del gruppo, la capacità del singolo: è questo stesso tipo di spirito che vogliamo infondere negli Scouts: la sensazione di ogni ragazzo che egli non è solo uno strumento cui si danno ordini, ma che gli si dà fiducia come membro di una squadra, che egli ha le sue responsabilità, e che ci si attende da lui che faccia il suo dovere e che giochi il gioco al meglio delle sue forze (Vedi Taccuino, già su Jamboree 1923).
Per quanto riguarda l’applicazione nel Lupettismo, la disposizione in cerchio è interessante sia dal punto di vista pedagogico, quanto alla trasmissione delle consegne morali.
- In un cerchio ben fatto, tutti vedono tutti: lo sguardo di Akela può “cercare” tutti senza distinzione di sorta. Questo genera subito simpatia verso il Branco e subito ciascun bambino sente che sarà trattato con imparzialità.
- La disposizione in cerchio permette al bambino di sentirsi parte attiva di un gruppo dove ciascuno potrà parlare ed essere ascoltato, giocare con tutti, diventare amico di tutti.
- La forma del Cerchio, chiusa su se stessa, dà senso di protezione e di un ambiente di “famiglia” in cui il bambino vuole ritrovare le dimensioni più belle della sua stessa famiglia: comprensione, aiuto reciproco, incoraggiamento, perdono.
- La disposizione in Cerchio fa sentire quanto sia vera una delle parole maestre che più incoraggiano al senso di responsabilità e all’iniziativa personale: la forza del Branco è nel lupo, la forza del lupo è nel Branco.
- Ascoltare, seduti in cerchio, il Racconto Giungla fatto da Akela, la chiacchierata di Baloo, la narrazione di un episodio da parte di un Vecchio Lupo, permette la sintonia tra chi racconta e chi ascolta creata dal cercare con lo sguardo all’intorno e alla stessa altezza degli occhi, l’attenzione di ciascun Lupetto.
Questo vale anche per l’apprendimento delle regole morali: la formazione in cerchio aiuta a comprendere che tutti stanno sotto la stessa Legge; tutti allo stesso modo sono chiamati a vivere “insieme” la Parola Maestra e le Massime del Lupetto. Insieme si condivide anche la fatica di vivere quotidianamente la Promessa facendo fronte a quelle volte che, “ascoltando se stessi”, si cederebbe alla pigrizia.
Tutte le cerimonie sono vissute in cerchio per aiutare il bambino a comprendere che c’è un bene comune da arricchire con il contributo personale e dentro quel cerchio, che delimita spazio e tempo ma non relazioni, si trova la “palestra” più congeniale ai Lupetti di vivere l’impegno delle specialità.
B.P., poi, ci comunica quanto possiamo sperimentare sempre con i bambini: cioè che i segni e i simboli della vita di Branco sono un linguaggio potente nella fantasia del bambino e sono fondativi di quelle tradizioni che in ogni Branco si trapassano silenziosamente e che vanno sempre curate nella verità del loro essere.
Non possono sfuggirci alcuni particolari di questa disposizione, che ci introducono al discorso della formazione cristiana in Branco che parte dalla natura del bambino, dalla sua umanità per ritrovarla inscritta nella Storia della Salvezza.