Misericordia

F93 05 - roverLorenzo Cacciani – Commissario Nazionale Rover

Compassione, pietà, carità, grazia, perdono…. Misericordia.

Questo anno Santo sulla Misericordia voluto dal nostro amato Papa, questo anno Santo straordinario, ci porta a riflettere sul lato più confortante della nostra Fede. Il Padre è Misericordia. Il Padre ci aspetta, senza stancarsi mai, nonostante le nostre debolezze, nonostante le nostre pochezze.

Il Papa in uno dei suoi più commoventi Angelus ci ha richiamato alla memoria le tre parabole “della misericordia” riportate nel vangelo di Luca (il Vangelo della Strada): quella della pecora smarrita, quella della moneta perduta e quella “del padre dei due figli”: il figlio prodigo e il figlio – così il papa lo definisce – “che si crede giusto, che si crede santo”.

Misericordia e Gioia ci ha chiesto Papa Francesco: “ma guardate che non è sentimento, non è buonismo. Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia. Solo l’amore può fare questo, e questa è la gioia di Dio.”

Soprattutto in questo periodo di Quaresima è necessario soffermarci su questo aspetto della Fede. La preghiera e il sacrificio debbono prepararci a ricevere il Perdono. Ma questo perdono non è un dono da tenere per noi. Per quanto sia bello, è necessario donarlo agli altri, a chi ci vive vicino. Perdonando apriremo il nostro cuore sempre di più a Dio e la sua Pace e la sua Misericordia abiteranno in noi. Il Per-dono è un Dono- per … per accogliere l’altro, per stare meglio, per ricominciare.

Il tema del perdono è complesso, si scontra con la nostra debolezza. “ .Dovrei perdonare quella persona che mi ha fatto del male e rimettermi nella condizione di farmi ferire da lei?”.

Ci ho riflettuto abbastanza e sono arrivato alla conclusione che non è questo ciò che ci viene chiesto. E’ ovvio che se una situazione ci fa soffrire o ci procura malessere dobbiamo volere il nostro bene e fare in modo da non ricreare il malessere stesso Misericordia è vedere l’altro per come è, accettarlo, perdonarlo se ci fa soffrire e lasciare il rancore fuori dal nostro cuore.

Misericordia è far guidare le nostre parole e le nostre azioni non dall’impeto del sentimento umano della chiusura o peggio della vendetta, ma dal sentimento, anch’esso umano, della Compassione.

Prima di agire, prima di parlare, dovremmo passare azioni e parole in una specie di setaccio della Misericordia e chiederci: Perché lo dico, perché lo faccio? Se a guidarci è la voglia di ferire o di escludere è probabile che non sia la misericordia a guidarci.

Siamo sempre davanti alla scelta tra ciò che è più facile e ciò che è più difficile ma spesso anche più giusto. Il nostro compito di uomini e donne scout è di essere giusti.

Essere giusti non vuol dire essere “remissivi”, non provare rabbia (anche Gesù ha rovesciato tavoli dentro la Sinagoga), non provare dolore, non provare paura…vuol dire passare tutte le cose col setaccio di Dio, col setaccio della Misericordia.

La Giustizia umana non assomiglia a quella divina, l’atto di amore supremo fatto da Cristo è salire sulla croce. Amarci di un amore infinito, tutti. Con Cristo abbandoniamo la logica dell’occhio per occhio, dente per dente, con Cristo entriamo nella logica della croce, della Misericordia, della Grazia.

Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti. Perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. E’ l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti”. Papa Francesco.

Posted in 2/2016, Giocare il Gioco