“E lassù sulla montagna la Genziana coglierò!….”

DSC_0348Cristina Breda – Commissaria Nazionale Coccinelle

Quando ero Coccinella ho avuto la grande gioia di pronunciare la mia Promessa e poi di ricevere il Mughetto, ma non sono mai arrivata alla vetta della Montagna; purtroppo mio papà aveva le ferie sempre e solo durante la settimana del Volo Estivo, quindi ho potuto prendere parte solo ad uno quando, invece, le prove del sentiero della montagna ne richiedono almeno due.

Questa almeno è stata la spiegazione che la mia Capo Cerchio di allora mi ha dato, quando le ho chiesto perché non potessi riceverla anch’io; ricordo ovviamente il dispiacere, ma anche che forse non avevo capito neppure io bene quanto quella genziana fosse importante.

Ogni Coccinella entrata in Cerchio in terza elementare dovrebbe essere in grado di raggiungere la vetta della montagna e ricevere la Genziana.

Lo scopo del metodo Coccinelle è infatti preparare le bambine a donare la gioia agli altri e ad essere le guide di domani. Per poterlo diventare è necessario poter percorrere tutti e tre i sentieri e soprattutto di vederne la fine, con il raggiungimento della meta della montagna.

Invece le tre tappe, fondamentali per una Coccinella, sono, purtroppo, spesso trascurate.

Delle tre forse la Promessa è quella che viene tutto sommato più considerata: noi Capo, infatti, siamo sempre così prese dall’accogliere e seguire le nuove Cocci che dimentichiamo, talvolta, il resto del Cerchio. Accade allora che quasi metà dell’anno sia incentrata sulla preparazione al momento delle Promesse, pronunciate a marzo, se non anche aprile (o oltre…); solo da quel momento in poi (quindi tra aprile e maggio) spuntano i mughetti. Le genziane invece rimangono un privilegio di poche, consegnato spesso al Volo Estivo, magari l’ultimo giorno, oppure durante una delle ultime attività prima dei Passaggi. Il sospetto è che non ci si renda pienamente conto dello scopo educativo rappresentato in realtà da questi due momenti. Il Mughetto simboleggia la gioia che la Coccinelle impara a trovare nelle piccole cose e nell’essere serena con se stessa.

Immaginiamo una bambina entrata in Cerchio a settembre: prende la promessa a marzo e da quel preciso momento inizia il sentiero dal Bosco, non da ottobre o novembre dell’anno dopo. Da quell’ipotetico marzo va stimolata a fare propria la gioia e così sarà naturale che a febbraio o marzo dell’anno successivo colga il mughetto. Un bambina di 9 anni, che già ha scoperto la gioia, non può metterci più di anno a farla sua per viverla pienamente sia in Cerchio che al di fuori di esso.

Seguendo questa tempistica diventa automatico che terminato il bosco inizi subito la montagna e che già durante il suo terzo anno la Coccinella, magari a marzo o aprile, possa raggiungere la vetta della montagna.

Cos’è che blocca la progressione sui sentieri? Spesso un deterrente sono le famigerate prove di sentiero, come fossero dei compiti per casa da fare quando invece devono essere affrontate in modo naturale durante le attività; oppure, talvolta, si sente dire che la “Coccinella non se lo merita ancora”. Ma non dobbiamo forse tener più in considerazione il fatto che, seppur vivaci e talvolta quasi piccole adolescenti, si tratta pur sempre di bambine che vengono in Cerchio per vivere la Famiglia Felice, giocare all’aria aperta e scoprire quanto meraviglioso è stare insieme con Gesù e le loro sorelline?!

Quando ci sembra che una bambina non abbia ancora fatto suo lo spirito del sentiero forse dovremmo noi per prime chiederci cosa abbiamo fatto per stimolarla a superare quella prova, quell’aspetto del suo carattere o quella sua difficoltà, o per farle comprendere quanto sia importante lo spirito del sentiero della montagna.

Le prove di sentiero sono un mezzo (non un fine!) prezioso per rispondere ai reali bisogni educativi delle nostre bambine, per dare la giusta attenzione a ciascuna di esse ed accompagnarla nel suo cammino. Se le trascuriamo, significa che stiamo trascurando anche quella bambina.

Il metodo, se applicato correttamente, in questo ci viene incontro: le tappe sono concatenate e, così, una coccinella che ha colto il mughetto inizierà le prove Specialità e arriverà alla Genziana in un batter d’occhio perché con il tutto cuore desidererà donare la gioia al suo prossimo e mettersi al servizio, nel suo piccolo, nella Squadriglia di cui entrerà a fa parte.

Un ulteriore aspetto da tener presente è la comunicazione con la famiglia: è importante rendere i genitori partecipi del percorso della figlia, anche per aver un utile riscontro di come la bambina vive il suo essere Coccinella. Quante Coccinelle modello abbiamo in Cerchio, che poi sono dispettose o disubbidienti a casa? Inoltre ci sono sempre più famiglie che, per più vari motivi, vivono tensioni o difficoltà: non si può non tenerne conto quando si guarda alla bambina e al suo percorso.

Mi piace, infine, sottolineare come per la consegna di Promessa, Genziana e Specialità sia prevista una cerimonia ben strutturata, che va rispettata: anche questo al fine di aiutare la Coccinella a concretizzare quanto sta vivendo e a condividerlo con le sue sorelline.

Il bello dello scautismo è quello di saper tirare fuori il meglio di ciascuno attraverso il gioco, cerchiamo di fare anche noi così: desideriamo il meglio per le nostre Coccinelle, e allora accompagniamole fino alla fine del loro Sentiero! Indipendentemente dal fatto che abbiano iniziato regolarmente il loro cammino o meno, o che abbiano avuto qualche imprevisto lungo la strada, ricordiamo sempre che ciascuna dovrebbe raggiungere la fine di quello che è il suo, personale ed unico Sentiero.

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