Uno Scautismo senza Dio?

Tavola rotonda con Michela Bertoni e Attilio Grieco

Alcune associazioni scout e guide (l’ultima e più eclatante, in ordine di tempo, quella inglese) hanno rivisto negli ultimi anni i testi della promessa, togliendo ogni riferimento all’impegno verso Dio. Una scelta contestata spesso dagli stessi associati, e che non ha trovato ovviamente consensi nello Scautismo cattolico, nel quale la dimensione spirituale e l’incontro con Cristo sono un valore aggiunto per l’esperienza scout. Ne parliamo con Michela Bertoni, Vice Commissaria Generale Guida, e Attilio Grieco, già Presidente Federale della UIGSE-FSE e storico dello Scautismo.
D. Può esistere uno Scautismo senza Dio? Cosa pensava B.-P. in merito alla relazione tra esperienza scout e fede religiosa?
Michela: La proposta educativa scout nel pensiero di B.-P. nasce strettamente legata al pensiero che esista un Dio Creatore e che questa scoperta sia una delle più importanti nella vita di un ragazzo che poi diventerà uomo. Ed anche il modo di vivere la fede religiosa viene ben indicato ne “La strada verso il successo”, laddove si parla di una fede attiva, quotidiana, e non relegata alle celebrazioni della domenica.
Attilio: B.-P. escludeva completamente la presenza di atei nel movimento scout. Ha invitato apertamente gli Scouts a “giocare nella squadra di Dio” e ha scritto numerosissime volte sull’importanza della religione nello Scautismo. Ne “La strada verso il successo” ha dedicato un intero capitolo allo “scoglio” dell’irreligiosità, scrivendo al Rover: “Se vuoi veramente intraprendere la tua strada verso il successo, cioè verso la felicità, non devi  soltanto evitare di farti ingannare dai ciarlatani antireligiosi, ma devi dare una base religiosa alla tua vita”.
D. Il riferimento a Dio è sostituito spesso da formule di impegno verso sé stessi/e. Che tipo di esiti vi aspettate da queste formule?
Attilio: Che vuol dire “fedele a se stesso”? Essere fedele alle proprie convinzioni, ma anche ai propri capricci? Non prevedere di poter cambiare nemmeno perché si è scoperto qualcosa di più bello o di più grande? Inoltre, dato che parliamo di bambini e ragazzi in piena crescita, cosa rappresenta questa “fedeltà” se non si chiarisce in quale direzione sviluppare le proprie convinzioni? Uno Scout, o una Guida, che non conoscono la direzione giusta da seguire sono del tutto inutili a loro stessi e agli altri.
Michela: B.-P. ancora una volta ci viene in aiuto quando ci ricorda che “Abbiamo tendenza a pensare che le nostre particolari scelte politiche, la nostra visione della società, o qualunque altra cosa sia al centro dei nostri interessi sia la sola cosa realmente importante che esiste al momento. Il miglior rimedio per questa malattia è di dare uno sguardo alla vastità dell’universo“. Più volte, gli ultimi tre pontefici – Giovanni Paolo II nella sua omelia alla GMG in Canada, Benedetto XVI nell’udienza generale del 15.06.2011, Papa Francesco nella S. Messa per i catechisti del 29.09.2013 – ci hanno messo in guardia dall’illusione del pensare di poter bastare a sé stessi, e di poter fare come se Dio non esistesse, perché questo tipo di convinzioni ha portato e porta l’uomo alla deriva, alle guerre, ad essere schiavo anziché libero. Avere come unico termine di confronto sé stessi non porta molto lontano e non dà i vasti orizzonti cui una persona per natura ambisce.
D. I fautori dei nuovi testi senza riferimento a Dio sostengono che in questo modo si possono accogliere anche persone che non credono o sono di altre religioni. Condividete o ritenete siano possibili altre strade?
Michela: Per le persone che sono di altre religioni esistono le realtà scout pluriconfessionali, quindi chi vuole accedere alla proposta educativa scout in questi termini ne ha la possibilità. Noi proponiamo uno Scautismo cattolico, e questa è una scelta educativa che condividiamo con le famiglie che ci affidano i loro figli. Se c’è una persona non battezzata, non viene rifiutata a priori ma viene proposto un cammino che porti ad una scelta di fede nel battesimo. Avere un’identità di fede non limita le possibilità di confronto con chi non la possiede, ma ritengo sia altrettanto sbagliato imporre che essa non abbia degli spazi propri per poter essere coltivata e fortificata. Per noi solo un’esperienza forte di fede in Dio e in Cristo suo Figlio riesce a motivare in termini profondi i concetti del “per sempre” e del servizio contenuti nella Promessa e a dare concretezza e senso a valori talvolta difficili da trasmettere.
Attilio: Nelle associazioni scout pluriconfessionali, cioè che accolgono ragazzi di tutte le fedi religiose, l’accoglienza di persone di altre religioni generalmente è prevista e i buddisti, o i maomettani, o gli indù, ecc, hanno una loro Promessa particolare. La questione è l’accoglienza di bambini o di ragazzi che si dovessero dichiarare apertamente atei. Dato che esiste la libertà di associazione, gli atei possono creare delle loro associazioni invece di chiedere di modificare le regole di quelle esistenti. È come se uno volesse entrare in una squadra di rugby pretendendo però di giocare a basket. Un tempo i regimi comunisti cercarono di copiare gli Scouts fondando l’organizzazione giovanile dei Pionieri ai quali, fra l’altro, veniva anche insegnato l’ateismo. Nulla vieta agli atei di fare qualche cosa di analogo. Ad esempio in Italia esiste l’associazione ASSISCOUT (ex ARCI-SCOUT) che ha eliminato dalla Promessa ogni dovere o fedeltà verso Dio.

Pier Marco Trulli

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