Se vuoi salire o risalire… devi guardare in alto!

“So che il tuo cuore, cuore giovane, vuole costruire un mondo migliore. Seguo le notizie del mondo e vedo che tanti giovani in tante parti del mondo sono usciti per le strade per esprimere il desiderio di una civiltà più giusta e fraterna. I giovani nelle strade sono giovani che vogliono essere protagonisti del cambiamento.

Per favore, non lasciate che altri siano protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che hanno il futuro! Voi… Attraverso di voi entra il futuro nel mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di questo cambiamento. Continuate a superare l’apatia, offrendo una risposta coraggiosa alle inquietudini sociali e politiche, che si stanno presentando in varie parti del mondo. Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo migliore. Cari giovani, per favore, non “guardate la vita dal balcone”, mettetevi in essa…”

Ascoltando le parole pronunciate da Papa Francesco all’ultima GMG in Brasile non si può fare a meno di notare come il linguaggio usato dal Pontefice sia il massimo esempio di una comunicazione efficace e coinvolgente: positivo/chiaro/semplice/ sintetico/motivante. Esistono già numerosi scritti ed elaborati su questo nuovo modo di comunicare con cui Papa Francesco sta coinvolgendo e trascinando il mondo intero. Ho letto recentemente un articolo che paragona la forza comunicativa di Papa Francesco al Carisma di San Paolo ed alla semplicità di San Francesco. Il papa chiama i giovani ad una funzione di Apostolato sul futuro, sul cambiamento sulla costruzione del Domani. È evidente che la prima dote dell’apostolo sia l’audacia, un’intraprendenza che evidenzia un carattere forte e deciso. Audacia e intraprendenza che non sono in relazione ai desideri e alle forze dell’inviato ma alla volontà di salvezza che è in Dio: “Come se Dio stesso esortasse per mezzo nostro” (2 Cor 5, 20).

Leggete con una certa attenzione il fervore per la salvezza dei fratelli che si manifesta chiaramente nei saluti di addio agli Anziani di Efeso da parte di San Paolo. “Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case, scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù … perché non mi sono sottratto al compito di annunziarvi tutta la volontà di Dio … Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi” (At 20 20-21.27-31).

È una audacia infaticabile, che non indietreggia davanti ad alcuna fatica, che è disinteressata, che non porta alcun vantaggio, che non si basa su di una volontà di espansione o spirito di dominio, non può essere radicata che nella consapevolezza della propria nullità. “Non però che noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti ad una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita” (2Cor 3, 5). E nella lettera ai Filippesi leggiamo come San Paolo proietta se stesso avanti. Con la tensione ad identificarsi con il Suo messaggio o meglio come egli sia teso a vivere in Cristo, suo ultimo fine.

“Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so; dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù… Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi” (Fil 3, 12-14;17).

Credo che questo messaggio sia davvero una linea guida del Capo Educatore. Occorre fare tesoro prezioso di queste parole, non solo del loro contenuto, ma anche della forma con cui Il Santo Paolo ed il nostro Pontefice riescono ad esprimerle.

L’Azione educativa passa sicuramente per la capacità di proporre un Metodo con forza e passione, di avere la capacità comunicativa, ma soprattutto la forza di una testimonianza trascinante, con la Missione di guardare e far guardare con fiducia e con Speranza al Futuro, diventandone protagonisti.

Editoriale_1

 

Sforzati sempre di vedere ciò che splende dietro
le nuvole più nere … quando credete di star
guardando lontano, guardate ancora più
lontano! B.-P.

PIETRO ANTONUCCIRYS

Tagged with: , , , , ,
Posted in 2013, 5/2013, Annualità, Articoli, Editoriale