Alla luce dell’Amoris Laetitia

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Per educare ad affettività, matrimonio e famiglia

Emma Ciccarelli e Pier Marco Trulli

Il testo che segue è la traccia preparata per un’attività presentata al Campo Carpegna, a Soriano, a luglio 2016. Emma Ciccarelli è consulente familiare e Vice Presidente Nazionale del Forum Famiglie.

Può l’Amoris Laetitia, l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco scritta al termine di due Sinodi sul tema della famiglia, darci indicazioni per la nostra azione educativa?

E come può contribuire l’Associazione, alla luce dell’Amoris Laetitia (di seguito in breve AL), all’educazione e alla formazione all’affettività, al matrimonio e alla famiglia, tenendo presente la prospettiva dell’uomo e della donna della Partenza?

Di seguito cercheremo di dare alcuni suggerimenti, partendo in particolare dai capitoli 5, 6 e 7 del documento. Sono tre capitoli centrali dell’Esortazione, che trattano rispettivamente della fecondità dell’amore, dell’educazione all’affettività e al matrimonio, con la preparazione remota e prossima al matrimonio, e dell’educazione dei figli.

È chiaro che c’è oggi una forte necessità di educare e di formare, anche in considerazione del fatto che il quadro sociale tradizionale di riferimento è venuto meno.

C’è grande confusione: si parla di famiglie e non più di famiglia, allargando anche a quelle omogenitoriali (ma AL ribadisce che il matrimonio è solo tra uomo e donna, cfr. AL 251); non sono più considerati come valori la fedeltà, la fecondità, la pazienza, la generosità, il perdono (ma vedi AL 5).

Inoltre, la declinazione del percorso è importante: bisogna educare per step ad affettività, matrimonio e famiglia, con una progressione non casuale che è fatta di crescente oblatività, impegno e complessità.

Per noi, è fondamentale inoltre ragionare sull’uomo e sulla donna della partenza, quale “prodotto” del percorso scout, che valorizza la formazione umana e personale, la capacità di discernimento, l’iniziativa e il forte radicamento spirituale.

Infine, non si può non tener conto che l’Amoris Laetitia è il frutto di un percorso sinodale ed ecclesiale che ha visto ben due sinodi e la partecipazione della Chiesa universale, nel quale ci sono state molte attese, timori e speranze e – soprattutto da parte dei mass media – anche molte manipolazioni e strumentalizzazioni.

In sintesi, la traccia che proporremo seguirà in maniera autonoma i tre capitoli, partendo dal sesto, per poi tornare al quinto e di nuovo al settimo.

Educare all’affettività e al matrimonio (cfr. AL 6, “Alcune prospettive pastorali”)

Nel sesto capitolo il Pontefice affronta alcune vie pastorali che orientano a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio, con un percorso che segue queste tappe:

  1. Guidare i fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio

  2. Accompagnare nei primi anni della vita matrimoniale

  3. Rischiarare crisi, angosce e difficoltà

Se ci fermassimo a questo schema, probabilmente non riusciremmo ad avere indicazioni dall’AL, dato che l’attenzione pare concentrata sulla preparazione “prossima” e su quella “immediata” al matrimonio, quindi su una fase cronologicamente meno significativa per lo sforzo pedagogico ed educativo dell’Associazione, dato che di norma ci si sposa dopo i 21 anni, periodo della partenza.

È vero però che alcune delle considerazioni possono essere riportate, fatte le dovute proporzioni, anche per la preparazione remota (che invece è quella su cui possiamo e dobbiamo lavorare). I nostri capi inoltre vanno seguiti nella loro esperienza di preparazione al matrimonio, come pure nei primi anni di vita matrimoniale, rischiarando inoltre (come suggerisce Papa Francesco) i loro momenti di crisi.

Partiamo dunque dal forte richiamo di AL 205 (“Bisogna aiutare i giovani a scoprire il valore e la ricchezza del matrimonio”) per evidenziare alcuni aspetti che ci sembrano utili anche ai fini di una preparazione remota e che possiamo sviluppare nel nostro cammino.

  • Preparare a scelte libere e consapevoli (cfr. AL 214). Dio rispetta la nostra libertà e non ci vuole controvoglia;

  • Preparare al rispetto della promessa scelta liberamente (cfr. AL 214). Vengono anche evidenziati gli effetti negativi delle promesse infrante

  • Preparare a relazioni vere e autentiche (AL 211, ma anche AL 236). Insegniamo ad esprimere i propri sentimenti e a non nasconderli, a dire anche le cose che non vanno bene, a vivere anche la dimensione del perdono e della riconciliazione.

  • Preparare a valutazioni obiettive dell’altro. Bisogna amare la persona concreta (AL 208). La valutazione non deve essere un giudizio, ma un riconoscere il limite dell’altro e aiutarlo a crescere.

  • Preparare al sacrificio e all’attesa (AL 214). Non si ama senza sacrificio. Far vedere il bene più grande e non la mancanza.

  • Preparare al confronto e al dialogo (AL 222). Sappiamo che siamo differenti, valorizziamo i diversi modi di dialogare tra uomo e donna?

Nell’accompagnamento dei primi anni di matrimonio, è importante aiutare gli sposi a costruire il “noi”, gestendo gli aspetti di maggior conflitto che, come noto, sono in particolare:

  • Le famiglie di origine

  • La gestione dei soldi

  • L’educazione dei figli

Nella gestione della crisi, segnaliamo solo che:

  • la crisi è anche un’opportunità e non necessariamente un segnale di incompatibilità
  • il conflitto è necessario nella relazione e non può essere ignorato ma gestito.

Educare alla fecondità (cfr. AL 5, “L’amore che diventa fecondo”)

La fecondità è uno degli aspetti più importanti della vita matrimoniale, oggi spesso offuscato dalla mentalità corrente (per cui i figli sono un vincolo per la libertà personale e l’autorealizzazione) e dalla crisi economica (che rende difficili i progetti di maternità e paternità).

Papa Francesco ricorda che i figli sono un dono di Dio, e che al figlio va fatto spazio, amandolo, prima che nasca (AL 166), pensandolo e sognandolo (AL 169)

Facciamo spazio loro? Insegniamo ai nostri ragazzi a fare spazio ad un progetto d’amore? Viviamo la maternità e la paternità come un dono?

Un altro aspetto importante da sottolineare sono le nostre aspettative sui figli. Possono essere eccessive e non far crescere i figli e chiudere anche noi in recinti di attese irrealizzabili (AL 170). Importante anche il tema che Papa Francesco riprende dopo, ovvero la necessità di un padre e di una madre (AL 172): interessante anche l’indicazione che non c’è solo il padre o la madre, ma il “noi” del padre e della madre che accoglie ed educa.

Belle inoltre le pagine sul ruolo della madre (AL 174) e sull’assenza dei padri (AL 175).

La fecondità della coppia oltre i figli è un aspetto spesso trascurato. Si pensa spesso: “Ho fatto uno/due figli, ho dato, ora basta!”. No, non basta, la fecondità è una dimensione spirituale ed un bisogno ancestrale che non possono essere compressi senza pagare un caro dazio. A volte ne va della sopravvivenza della stessa copia, che senza rendersene conto chiudendo la porta alla fecondità spegne anche il progetto comune.

Fecondità inoltre non significa solo fertilità fisica. Il Papa ritorna su questo concetto per specificare l’importanza di una fecondità “allargata” che, se non è possibile con figli propri, si apra all’adozione (AL 178/179/180). Per noi il servizio ai giovani è un bell’antidoto e ci aiuta a vivere la fecondità “allargata”, ma ricordiamoci sempre del progetto di coppia. Se traballa o non c’è, il servizio può essere al contrario pericoloso.

Lasciare il Padre e la madre: è un aspetto trascurato (AL 190), ma importante, comporta rinuncia e dedizione ma è necessario per diventare una sola carne.

Educare i figli (cfr. AL 7, “Rafforzare l’educazione dei figli”)

In conclusione, alcuni concetti importanti non solo per i genitori, ma anche per noi educatori:

  • Equilibrio nell’accompagnamento, per evitare un controllo ossessivo che non serve (AL 261)

  • Educare alla libertà (AL 261)

  • Seguire nel cammino dove i ragazzi sono, spiritualmente e psicologicamente più che fisicamente (AL 261)

  • Accogliere posizioni diverse dalle nostre aspettative (AL 262)

  • Accogliere l’imperfezione, come processo (AL 2641).

  • Maturare le abitudini (grazie, scusa, per favore, AL 266)

1 “Questo implica che si presentino come desiderabili comportamenti da imparare e inclinazioni da far maturare. Ma si tratta sempre di un processo che va dall’imperfezione alla maggiore pienezza”, AL 264.

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