Intervista a Federico Pedinotti “Non possiamo lavarci le mani…”

In cosa il tuo lavoro contribuisce al bene comune?
Sono consigliere comunale e faccio parte della commissione “Politiche educative” e della commissione “Ambiente, Salute e Sicurezza”.

Qual è la quotidianità del tuo ruolo di consigliere ?
Partecipo alle sedute del Consiglio Comunale, ma l’impegno quotidiano è quello di controllare e indirizzare il lavoro degli assessorati nella gestione degli asili (nidi e scuole d’infanzia), della Polizia Municipale, della raccolta differenziata dei rifiuti, dello sviluppo della viabilità (piste ciclabili, rotatorie, ecc). Ci incontriamo quasi tutte le settimane per analizzare i problemi, e proporre soluzioni, insieme ai tecnici del Comune.

Quali sono le “qualità Scout” utili nel perseguire il bene comune ?
Basta lasciarsi ispirare dalla Legge Scout. Pensiamo cosa potrebbe succedere se tutti i politici avessero come primi tre articoli dei loro codici di comportamento i nostri primi tre articoli della Legge: il politico considera suo onore meritare fiducia; il politico è leale; i politico è sempre pronto a servire il prossimo.

Ci racconti di quella volta in cui hai sentito di essere riuscito a far la cosa giusta per la società?
Mi sto impegnando per l’apertura di una nuova scuola superiore nella mia città. E’ una questione aperta da più di quaranta anni. In provincia vi è un unico istituto tecnico industriale e non nella mia città; per frequentarlo gli studenti devono trascorrere molte ore
in pullman. Tanti altri studenti, invece, scoraggiati, optano verso altre scuole, saturandone la capacità ricettiva. Questo fatto è molto chiaro, ma fino ad oggi nessuno è mai riuscito ad analizzarlo statisticamente mentre sono riuscito a raccogliere dati oggettivi che lo dimostrano e tra poco farò la cosa giusta: andrò al quotidiano locale e metterò “con le spalle al muro” coloro che devono decidere! La stampa, a volte, può avere un grande potere politico.

Ti è mai capitato di incontrare in politica persone cresciute in ambito Scout?
Nel consiglio comunale della mia città su quaranta consiglieri ben quattro sono stati Capi Scout. Siamo il 10%! Siamo divisi, due in maggioranza e due all’opposizione. In tutti però riconosco una grande passione ma ancor più una buona dose di disinteresse per la propria carriera personale. Un po’ come nei nostri incarichi associativi, in cui niente è fatto per se stessi ma solo per la collettività. Anche la stretta di mano è per tutti forte, gioiosa e mai affettata e seducente.

 Quali i punti su cui l’associazione dovrebbe lavorare di più?
Lo Scautismo è ancora oggi un metodo educativo efficace e tanti ragazzi sono ancora affascinati dalla nostra proposta. A volte però rischiamo di vivere la vita all’aperto un rifugio per metterci al riparo dalle sollecitazioni che provengono dalla vita nelle città. Siamo ancora troppo preoccupati, lo dico con una frase che ho imparato ai campi scuola, ad allevare dei Capi più che a educare persone.

Su quale aspetto lo Scautismo dovrebbe avere più attenzione per educare ad essere buoni cittadini?
Dovremmo ricordarci più spesso che la gran parte dei ragazzi che per un po’ di tempo si fermano a giocare con noi probabilmente non diventeranno mai capi Scout. Sicuramente però si troveranno a svolgere, lo vorranno oppure no, consapevolmente oppure no, un ruolo nella loro città. Il metodo Scout ci mette a disposizione leve educative come il Civismo e il Servizio (non solo quello in unità Scout). Valorizzando questi aspetti i buoni cittadini saranno anche dei buoni cittadini attivi.

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