di Attilio Grieco
Voce tonante, modi rudi, ma grande cuore, sempre di corsa e indaffarato, fu un prete capace di sognare e far sognare noi ragazzi, così lo ricordano in tanti. “Il cristiano non ha tempo libero, perché quello che ha lo mette a disposizione degli altri”. Quasi urlava mentre organizzava le sue “missioni” di solidarietà: dal Polesine all’invasione dei russi in Ungheria, dal Vajont all’alluvione nel Trentino, da Nomadelfia ai mutilatini di don Gnocchi, al rifugio in Stazione Centrale di fratel Ettore”.
Così ricorda don Andrea Ghetti una persona che lo ha conosciuto. Nato 100 anni fa, l’11 marzo 1912, don Andrea Ghetti conosce lo Scautismo a 14 anni, incontrando degli Scouts mentre è in vacanza con la famiglia. Tornato a casa entra nel Milano 11° A.S.C.I. insieme al fratello Vittorio.
Ma l’esperienza non dura a lungo perché il fascismo abolisce lo Scautismo e il 6 maggio 1928 il Milano 11° si scioglie ufficialmente. Però, nonostante i divieti, già domenica 20 maggio un piccolo gruppo di Scouts effettua ugualmente l’uscita domenicale e poi alcuni Scouts decidono di continuare a svolgere le attività. Andrea aderisce a queste iniziative che portano alla nascita delle Aquile Randagie, guidate da Giulio Cesare Uccellini (Kelly). Ognuno di loro utilizza un totem: Andrea assume quello di Baden, suo fratello quello di Volpe Azzurra. Nel 1937 Andrea con il fratello e insieme a Uccellini si recano clandestinamente al Jamboree Mondiale di Vogelenzang, in Olanda, dove incontrano B.-P. Questi conferisce l’IPISE a Uccellini e lo autorizza a ricevere Promesse Scout anche al di fuori di una associazione organizzata. Nel frattempo Andrea ha maturato la sua vocazione religiosa e il 26 marzo 1939 celebra la sua prima Messa.
Dopo l’8 settembre 1943, don Andrea fonda l’OSCAR (Opera Scoutistica Cattolica Aiuto Ricercati). Sono anni molto intensi, col rischio continuo di venire ucciso o, nella migliore delle ipotesi, finire in un campo di concentramento. Notevole e poco conosciuto è il bilancio in vite umane salvate, non senza lutti fra i membri dell’OSCAR.
Dopo la fine della guerra don Andrea collabora per la rinascita dell’A.S.C.I. e si occupa in particolare del Roverismo. Il libro nel quale sono stati raccolti molti scritti di don Andrea sullo Scautismo e sul Roverismo (“Al ritmo dei passi”, ed. Ancora) è esaurito da anni, però si può trovare e scaricare facilmente da internet. Quello proposto da don Andrea è uno Scautismo esigente e selettivo. Eppure, don Andrea va riscoperto, riletto, in particolare da Capi, Rovers, Scolte, perché a lui si deve riferire chi vuole “tornare alle fonti” per vivere e proporre un Roverismo e uno Scoltismo cattolici che sappiano e vogliano andare “contro corrente”, senza inseguire una facile popolarità.
Per approfondire: www.monsghetti-baden.it