La scintilla diventa fuoco

Fuoco: punto dell’asse ottico in cui convergonoi raggi di un fascio incidente. Convergono, non a caso! Così il Fuoco raccoglie le esperienze di ogni Scolta, non ci sarebbe un fuoco se non ci fossero raggi incidenti, non ci sarebbe Fuoco se le Scolte non mettessero il proprio apporto. A proposito di contributo. Un’altra definizione di “fuoco” è: sviluppo di calore e di luce sotto forma di fiamma, per effetto della combustione di un materiale combustibile per la presenza di un comburente, cioè ciò che innesca la combustione e la mantiene attiva. Un combustile rappresenta ciò che si brucia, si consuma. Un Fuoco si accende e rimane vivo grazie a chi si spende, si offre, si mette in gioco. La comunità di Fuoco è alimentata dal contributo di tutte le Scolte, delle grandi che con la loro esperienza tengono alta la fiamma e delle più giovani Scolte Semplici che arrivano al momento giusto per ravvivare la luce, per portare novità e ossigeno. Il Bosco, dove da piccola ha sperimentato la gioia di stare insieme agli altri, e la squadriglia, che grazie alle responsabilità le ha insegnato ad affrontare le difficoltà, diventano per la Scolta Comunità: luogo di amicizia, condivisione, esperienza, fede e servizio. La comunità condivide i valori e gli ideali. Qualcuno l’ha definita una scialuppa in cui ci si riesce a salvare dall’oceano della massa e dall’anonimato che oggi caratterizzano molti giovani. Comunità è il luogo dove nessuna si nasconde ma tutte imparano qualcosa, dove i talenti e i caratteri di ciascuna si mettono insieme e si completano, dove ci si “allena” ad essere se stesse, guidando la propria canoa e diventando registe della propria vita. Sorella è più che amica. Posso chiederle qualsiasi cosa, e lei a me. Sono superate, al grado di sorelle, certe sovrastrutture e anche perdite di tempo, giuste forse al grado di amiche. Una sorella è talmente unita e vicina a me che si è superato anche il momento di cercare di farsi piacere a vicenda. Si cerca di costruire insieme, di lottare insieme aiutandosi (“Quaderno di Traccia”). Queste parole sembrano descrivere le giornate trascorse in Route. Bene, conserviamo quell’entusiasmo e portiamolo ad oggi, nelle riunioni. Non possiamo perdere l’occasione per mantenere vivo quel clima. La comunità sta crescendo, arrivano le nuove Scolte. Bisogna farle sentire presenze importanti, fargli toccare con mano il calore del Fuoco e fargli ammirare la luce. Sarà piacevole, perché la loro presenza darà al Fuoco nuova linfa, nuova legna da ardere, nuova energia. Come? È fondamentale preparare la Salita con il Consiglio di Fuoco nei minimi particolari. Le Scolte Viandanti sono partecipi di questa festa di accoglienza ed ognuna incontrerà ed accoglierà le Scolte Semplici. Questo atteggiamento di totale apertura, ascolto, accoglienza dovrà continuare anche nelle riunioni successive e per tutto l’anno. Qui sotto riporto uno schema di riunione di accoglienza, tratta da Filo Rosso del maggio 2001. La Capo Fuoco attende le Scolte Semplici all’esterno della sede, mentre le Scolte Viandanti e l’Aiuto preparano all’interno la scena cui assisteranno le nuove arrivate: una famiglia di contadini è riunita intorno al camino. Il papà fuma la pipa, la mamma cucina, la nonna fila la lana, il nonno intaglia un pezzo di legno e i figli giocano. Una voce racconta che, una volta, il focolare era l’unico punto di incontro della famiglia. Alla fine della giornata ci si riuniva, ci si confrontava, si discuteva, si cresceva, ci si scaldava, si sognava un futuro migliore, si pregava, ognuno con il proprio modo di essere. La Capo spiega che questo è il senso del Fuoco, il mezzo e lo scopo. Le Scolte Semplici si presentano singolarmente e al Fuoco, poi le Scolte Viandanti illustrano la vita di Fuoco, quale è stata la loro esperienza di crescita, di preghiera, di condivisione all’interno della Comunità e qualche aneddoto degno di rilievo.Questo permetterà alle Scolte Semplici di comprendere le basi solide, le tradizioni e le esperienze del Fuoco. Infine, la Capo spiega il significato spirituale del Fuoco, es. “Se sarete quelle che dovete essere, metterete fuoco nel mondo”. E quando la strada si fa ripida e impervia o quando pensiamo di averla perduta? Per questi momenti vi riporto le parole di don G. Basadonna. Spesso la nostra esperienza ci fa memoria di cammini delusi, di fatiche inutili, di speranze disattese… Ma se siamo più attenti e sappiamo leggere fino in fondo la nostra realtà umana, ci rendiamo conto che in fondo alla strada c’è Qualcuno che aspetta, Qualcuno che accoglie, che ci prende così come siamo, così come arriviamo stanchi e trafelati, sporchi e feriti, sfiniti dal lungo cammino… In fondo a ogni nostro impegno e a ogni nostra decisione, a ogni proposito di onestà, c’è Dio che ci accoglie e rende valido il nostro sforzo. Anzi, non solo Dio è in fondo alla nostra strada, ma si è messo Lui stesso in cammino per venirci incontro e prenderci per mano (“Due minuti di luce”).

Barbara Orioni

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Posted in 2013, 5/2013, Annualità, Articoli, Giocare il Gioco