Legge e Promessa: la nostra uniforme di ogni giorno

Se pensiamo a quanto e a come nella nostra vita quotidiana il rispetto della Legge e della Promessa che ci legano dovrebbero costituire il centro delle nostre azioni, ci rendiamo conto di quanto i capisaldi del nostro modo di essere scout risultino fortemente controcorrente. A volte ci si trova nella condizione di guidare la nostra canoa “in direzione ostinata e contraria”, non per spirito anarchico o per il gusto di essere il bastian contrario di turno, ma semplicemente per essere fedeli a principi che agli occhi di molti appaiono desueti (se non a parole, sicuramente nella prassi e nel modo di sentire comune). Si può affermare che la Legge e la Promessa sono l’”uniforme”che indossiamo nella vita di tutti i giorni e che dovrebbe renderci riconoscibili nel nostro agire, non l’abito della festa che indossiamo solo quando siamo in attività e il loro rispetto diviene naturalmente più facile. “Servire Dio; la Chiesa, la Patria e l’Europa”: il servizio inteso come dimensione attiva, piuttosto che come semplice condivisione passiva di uno stato d’animo. Per comprendere come la Legge e la Promessa non siano le regole di un gioco per ragazzi, ma il riferimento principale della nostra vita di adulti risultano particolarmente efficaci le parole di Padre Forestier, uno dei più importanti ispiratori dello Scautismo cattolico: “Mi soffermerò soltanto sull’obiezione più sottile: cioè che Baden-Powell avrebbe avuto l’intenzione di redigere una regola di gioco e non una regola di vita. La Legge sarebbe dunque appropriata ai giochi degli esploratori e alle loro attività. Sarebbe la Legge di un ambiente, e, a rigore, di un’età; ma al di fuori di là, il suo potere dovrebbe finire.  Ciò mi sembra contrario alla lettera di tanti scritti e più ancora allo spirito di Baden-Powell. L’audacia di Baden-Powell non è consistita nell’allungare, nella vita d’uomo, un gioco di fanciulli; ma nell’offrire a dei ragazzi un ideale d’uomo” (Padre M.D. Forestier, in Scoutisme Route de Liberté, edizione italiana, Il metodo educativo dello scoutismo, 1960). La Promessa Scout appare come un richiamo preciso a far sempre del proprio meglio nell’adempimento dei propri doveri, a spendersi generosamente per il bene comune, così come ricordò lo stesso Sommo Pontefice, Benedetto XVI, nel salutare gli Scout d’Europa presenti all’udienza del 1° agosto 2007, giorno in cui guide e scout nelle varie parti del mondo rinnovarono la Promessa in occasione del centenario del movimento. Con la Promessa, pronunciata da esploratori l’individuo non solo entra a far parte della grande famiglia degli Scout, ma si impegna di fronte a Dio ed al mondo, forte della fiducia che sente riposta in lui e della libertà con cui aderisce a questo ideale, per giocare un ruolo attivo e responsabile nella vita: è un impegno senza termine, “se piace a Dio per sempre”. Spesso capita di sentire frasi del tipo “ma cosa mi può offrire la vita?”: la Promessa e la Legge sono due cardini che ci permetto di rovesciare questa domanda in “cosa posso offrire io alla vita e agli altri!”. Sempre riprendendo padre Forestier, possiamo affermare come “Aiutare il prossimo in ogni circostanza”supponga un amore poco ordinario dei propri fratelli e come la Legge ci mostri quali disposizioni profonde debbano il nostro servizio. “Gli articoli 1, 2 e 7 della Legge scout potrebbero ispirare tutto un piccolo trattato sull’ordine sociale” (padre M.D. Forestier, in Il metodo educativo dello scoutismo, cit.). “Il vero potere è il servizio”: difficilmente si può non essere stati colpiti dalle recenti parole di papa Francesco: summa ed essenza dello Scautismo incarnano perfettamente il significato più profondo della nostra Legge e della nostra Promessa e ci aiutano a capire perfettamente come esse non siano le regole di un gioco per ragazzi. Il favore della Coccinella e la buona azione quotidiana del Lupetto, l’aiutare il prossimo in ogni circostanza sono lo spirito di apostolato che dovrà proiettarsi nella vita della donna e dell’uomo adulti. Sempre padre Forestier molti decenni fa si poneva di fronte alla facile obiezione che il rispetto di una Legge ben difficilmente può generare la gioia di vivere: questo modo di pensare è proprio di chi considera il rispetto di questa esclusivamente come un “arbitrio, socialmente necessario”. Assumere la Legge e la Promessa come il nostro perimetro quotidiano d’azione non significa mettersi una camicia di forza: significa bensì comprendere come un determinare modo di essere e di agire siano il fondamento del bene comune. Per comprendere il significato della Legge come pratica quotidiana ci soccorrono le parole di B.P: “Vivete la Legge (e potremmo aggiungere la Promessa) davanti ai vostri ragazzi, prima di farla loro imparare”!

Stefano Bertoni

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