Ecumenismo, esperienza di universalità

Liturgia eucaristica secondo il rito orientale Liturgia eucaristica secondo il rito orientale

di don Stefano Caprio – Assistente Generale

L’Eurojam sarà un incontro di Scout e Guide provenienti da molte nazioni europee, ma sarà anche esperienza di ecumenismo perché nello stesso campo si incontreranno ragazzi appartenenti alle diverse Chiese cristiane: cattolici, ortodossi, cattolici di rito orientale, protestanti.

Questa presentazione del nostro Assistente Generale è rivolta ai Capi e alle Capo che vivranno quest’esperienza. Anche la lettura del  nostro Direttorio Religioso ed il relativo Commentario  potrà essere un utile strumento di conoscenza e approfondimento.

Oggi all’ecumenismo si attribuisce di nuovo un significato molto più vasto del confronto tra i cristiani: si riferisce in generale al dialogo tra le religioni e le culture, che nel mondo contemporaneo appare come una delle dimensioni più necessarie e urgenti per superare i grandi conflitti del nostro mondo globalizzato.

Ecumenismo Scout

È sicuramente una convergenza interessante e non casuale che gli inizi dell’ecumenismo moderno coincidano con i primi passi del movimento scout. L’iniziativa dell’anglicano Wattson di istituire una Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nel 1908, nello stesso anno delle prime attività scout dell’anglicano Baden-Powell, venne presto imitata in tutto il mondo ed ebbe grandi sviluppi anche nel mondo cattolico, grazie a profeti dell’ecumenismo come i francesi dom Lambért Beaudoin e qualche anno più tardi l’abate Paul Coutourier, tanto che oggi viene celebrata in tutto il mondo e da tutte le confessioni cristiane. Il movimento scout ha quindi ripreso diversi suggerimenti del movimento ecumenico che, come per B.-P., trovò ispirazione nelle esperienze dei paesi africani, dove i missionari delle diverse Chiese spesso litigavano per contendersi le anime da convertire. Si comprese che in realtà non c’erano guerre da vincere, ma popoli da unire, e bisognava inventarsi qualcosa di nuovo. B.-P. stesso si lasciò influenzare da queste iniziative per fare dello scautismo un movimento mondiale di unione tra gli uomini che ben si esprime nei Jamboree, nei Moot e negli Indaba, oltre che nelle tantissime iniziative che fin dai rudimenti del metodo scout insegnano la via del dialogo, del rispetto reciproco, delle regole condivise, della letizia comune e soprattutto del riconoscimento dell’unico Dio come via per la formazione di uomini veri e completi, persone dalla fede aperta e gioiosa, insomma buoni cristiani e buoni cittadini.

Gli Scout d’Europa hanno preso molto sul serio questa ispirazione, riunendo fin dall’inizio protestanti e cattolici, e includendo diverse associazioni nazionali di fede cristiana ortodossa.

La questione dell’intercomunione

Nell’esperienza storica della FSE si possono infatti ritrovare i principi salienti della riflessione sull’intercomunione, che significa possibilità per membri di diverse chiese cristiane di pregare insieme e, a certe condizioni, condividere anche l’Eucaristia. Il Direttorio Religioso Europeo approvato nel 2000 si apre infatti con la citazione del principio ispiratore del primo Direttorio del 1957, quando nel nucleo nascente della FSE si affermava lo “scopo immediato della creazione di legami stretti fra giovani europei”, mentre “lo scopo più lontano, ma anche ardentemente perseguito, tende alla riunione delle Chiese separate da tanti secoli. Che sia costantemente ricordato ai membri della Federazione lo scandalo della divisione dei cristiani e la necessità di lavorare per l’unità del Corpo mistico della Chiesa” (Direttorio religioso, Colonia 1957). Questo stesso spirito si ritrova in tutto il nuovo testo del Direttorio, e in particolare negli ultimi articoli, che precisano le condizioni di accoglienza della diversità interconfessionale della FSE: l’art. 6 permette l’adesione di cristiani di diverse confessioni, l’art. 7 disciplina le condizioni di contatto reciproco nelle attività, l’art. 8 sottolinea le specificità proprie della vita spirituale secondo le varie confessioni e l’art. 9 conferma in sintesi il carattere multiconfessionale della Federazione, senza ledere l’integrità confessionale di ciascuna Chiesa.

Evitando dunque ogni pericolo di relativismo e scetticismo, si suggerisce che “per i rovers e le scolte, che stanno entrando nella vita, lo Scoutismo europeo offre la possibilità di incontri interconfessionali il cui beneficio sarà proficuo”, mentre “a livello dei Capi un tale dialogo è non solo benefico, ma indispensabile” (art. 7).

Si raccomanda l’integrità della vita spirituale secondo le regole della propria confessione, precisando che “le celebrazioni liturgiche e i culti differenti non saranno celebrati in comune”, mentre “le riflessioni dottrinali concernenti questioni ecumeniche devono essere fatte secondo le norme delle rispettive Chiese” (art. 8). Si conserva insomma una giusta prudenza, e il massimo rispetto delle tradizioni e delle norme delle rispettive Chiese, pur in un contesto favorevole allo scambio ecumenico e alla conoscenza reciproca, nello spirito stesso dello scautismo.

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Posted in 2/2014, Orizzonte Europa