Educare alla bellezza

Croce sul monte Paterno Croce con il giglio dell’ASCI e altare in ferro posti sulla cima del monte Paterno, sullo sfondo le tre cime di Lavaredo.

di Pietro Antonucci

La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla.

Quando ho fatto la prima volta da novizio scout una costruzione al campo estivo, ricordo di aver faticato tanto.
A me sembrava davvero di aver costruito un capolavoro (era un semplice stendibiancheria), e quando il Capo Riparto in visita al nostro angolo guardò la mia opera e disse invece ”chi ha fatto quell’orrore?”, io mi sentii offeso nel profondo.
Il giorno dopo però venne vicino a me e mi aiutò a ricostruirlo, curando ogni dettaglio, smussando i nodi del legno, raspando bene gli incastri, scegliendo i legni migliori e facendo delle legature perfette.
Non ho mai dimenticato quanto fosse bello il mio stendibiancheria, nè l’intima soddisfazione che provavo ogni volta che veniva utilizzato.
A fine campo chiesi di poterlo portare a casa, e così lo stendibiancheria rimase sul mio terrazzo per anni.
Ripensando a questo, capisco quanto formativo sia stato quello stendibiancheria, quell’educare al bello, al ben fatto, al non fermarsi nella ricerca di fare meglio.
E’ un aspetto che è riemerso parlando quest’anno con il Capo Riparto del mio Gruppo dopo aver visitato il campo estivo, perché avevo notato una certa approssimazione nelle costruzioni e nella realizzazione degli angoli.
Tecnicamente non avevano nulla da eccepire, ma mancava qualcosa… in sintesi, non erano belli! Non lasciavano trasparire la cura e l’attenzione che solo il bello può dare.
“Tra due spiegazioni, scegli la più chiara… tra due forme, la più essenziale… tra due parole, la più semplice… tra due strade la più bella!”
Credo che questa frase riassuma davvero lo spirito scout della educazione alla semplicità, alla essenzialità ed alla bellezza.
Pochissimo tempo fa la nostra associazione ha perso un capo che tanto ha dato a tutti noi, Ciano Furlanetto, e quando pensavo a questo tema mi è venuto subito in mente il suo sorriso e la sua capacità di far guardare verso il bello, sempre.
Questa dote non era figlia della sua indubbia capacità grafica (penso invece ne fosse la fonte), ma un dono innato che è cresciuto e si è affinato proprio nella sua lunga e meditata esperienza scout, mostrando infine uno spessore con cui riusciva a rendere le cose davvero semplici e belle.
Oscar Wilde scriveva che l’uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle. Questo credo sia uno degli insegnamenti più grandi di Ciano.
Quando stavamo scrivendo le norme direttive di Branca Rover lo chiamai per chiedergli se poteva e voleva fare i disegni per illustrare le norme.
Con entusiasmo mi disse di sì, e con una rapidità spaventosa mi inviò una quantità di disegni (che gelosamente conservo) su carta, scrivendomi che era meglio che io li vedessi prima su carta per sceglierli e poi trasportarli in formato digitale.
Quando sono andato a trovarlo negli ultimi mesi la prima cosa che ci ha fatto vedere sono stati gli ultimi acquarelli, con degli occhi che a me sono sembrati gli stessi miei quando da novizio facevo vedere il mio magnifico stendibiancheria.
Ho percepito veramente la voglia di condividere il proprio lavoro e di mostrare una bellezza che può dare gioia.
Credo che dovremmo riflettere su questo aspetto educativo, per darne nel nostro servizio il giusto valore e la giusta attenzione.
Il mondo che ci circonda ha un enorme bisogno di giovani con la capacità di portare nel cuore il gusto, la gioia e la ricerca del Bello.

 

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Posted in 6/2013, Editoriale