GIUSTIZIA…

La giustizia consiste nella volontà dell’uomo di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. È la virtù che regola e ordina i rapporti sociali ed è necessaria per costruire un mondo più giusto e fraterno. Essere giusti vuol dire incontrare Gesù nel fratello; Dio ci insegna che essere giusti vuol dire anche essere misericordiosi, cioè aperti al perdono (Fonte: YOUCAT).
La bilancia è il simbolo della giustizia. Questo strumento indica che la giustizia è: usare per tutti, con spirito evangelico, la stessa unità di misura.
LA GIUSTIZIA FRA GLI UOMINI
Quante ingiustizie ogni giorno nel tuo piccolo mondo (quelle che subisci tu personalmente e che vedi intorno a te) e nel mondo più grande. Per una settimana ritaglia dai quotidiani notizie d’ingiustizia. In Squadriglia provate a trovare insieme un modo per costruire giustizia in quelle situazioni concrete.
Poi provate a pensare a quanti giudici ci sono in giro, sono giudici implacabili, pronti a emettere la sentenza, a condannare! Quei giudici siamo noi! Ecco le nostre caratteristiche:
  • IL DITO PUNTATO (SUGLI ALTRI)
  • IL PIEDISTALLO (PER INNALZARSI)
  • LA CHIAVETTA USB (PER MEMORIZZARE GLI ERRORI ALTRUI)
  • LA BILANCIA (PER DARE AD OGNUNO IL SUO)
Provate a fare un piccolo esame di coscienza con queste quattro immagini.
LA GIUSTIZIA DI DIO
E ora provate a capire qual è la giustizia di Dio leggendo la Parabola dei lavoratori a giornata, dal Vangelo di Matteo (Mt. 20, 1-16).
«Ma che razza di giustizia è questa?» anche tu ti domanderai. Quel padrone dà agli ultimi la stessa paga dei primi? Quanto è ingiusto! La giustizia di Dio è così, ben diversa dalla nostra:
  • Non distribuisce secondo i meriti, non dà semplicemente in corrispondenza a quello che noi facciamo, non dà solo ai primi. Dio dà in base al Suo cuore buono.
  • Non condanna, non risponde al male con il male, non emette la sentenza di fronte al nostro errore, ma risponde con un amore ancora più grande: ecco il perdono, ecco la misericordia.
  • Una giustizia in cui il figlio Gesù, il solo giusto, l’innocente, si fa colpevole per liberare noi colpevoli.
  • Una giustizia che fa giusti: Gesù, l’unico giusto, ci rende giusti, ci giustifica, ci fa giustificati.
ALLORA IL GIUSTO È COLUI CHE DIVENTA GIUSTO COME IL SIGNORE, CIOÈ CAPACE DI UNA GIUSTIZIA CHE È PERDONO E MISERICORDIA!

PAROLE DI GESU’

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
LA GIUSTIZIA IN PERSONA: PADRE MASSIMILIANO KOLBE
Il campo di concentramento era diviso a blocchi. Ai lavori forzati più tremendi erano destinati i preti e gli ebrei. Padre Massimiliano Kolbe, a causa dei suoi polmoni, avrebbe potuto farsi ricoverare in ospedale, ma ogni volta che gli veniva proposto, ripeteva: «Io posso aspettare, prenda piuttosto quello lì!». E lui continuava a lavorare trasportando ghiaia e pietre per la costruzione di un muro di cinta attorno al forno crematorio.
Già in quei momenti dimostrava di essere pronto a dare la vita al posto degli altri, a sacrificarsi per gli altri. Recitava il rosario con le dita e i prigionieri con lui; andavano a confessarsi da lui. Una sera di luglio del 1941, all’ora dell’appello, mancava un prigioniero del blocco 14 nel quale si trovava Padre Massimiliano. La legge era chiara: per ogni prigioniero fuggito, dieci erano condannati al bunker della fame.
Arrivò il lagerführer Fritsch e scelse a caso i dieci che dovevano morire. Fu scelto anche Francesco, un uomo sposato con due figli che, uscendo dalla fila, si mise a urlare: «No, mia moglie e i miei figli!». Padre Massimiliano allora compì un gesto straordinario: lui, che non era stato scelto, uscì dalla linea e disse «Sono un sacerdote cattolico polacco e voglio prendere il posto di quello lì che ha moglie e figli». Il lagerführer ne rimase meravigliato e accettò il cambio. Così Padre Kolbe entrò a far parte dei dieci che venivano condotti
nel bunker della fame dove, dopo il saluto: «Vi seccherete come tulipani!», non avrebbero ricevuto più alcun cibo. Padre Kolbe era sereno, non si lamentava, cercava solo di far coraggio ai suoi compagni. Poiché Padre Massimiliano resisteva più di ogni altro prigioniero nel bunker della fame, il 14 agosto del 1941 gli fu somministrata un’iniezione di acido fenico che lo finì. Così P. Kolbe moriva martire.
10 CARATTERISTICHE DEL GIUSTO
È giusto chi:
1) Desidera la giustizia. Nel Vangelo Gesù dice: «Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati.» (Mt. 5, 6).
2) Rispetta le leggi. Ci sono diversi tipi di leggi, a partire da quelle della convivenza civile.
3) Rispetta la proprietà altrui. Ciò che l’altro ha, fa parte di lui, non posso metterci le mani.
4) Ripara a un guasto fatto.
5) Non sopporta le ingiustizie e le disuguaglianze: quando c’è un’ingiustizia non alza le spalle, ma ha il voltastomaco.
6) Lotta contro le ingiustizie, non rimane in silenzio, non sceglie l’omertà, non copre chi fa ingiustizie ma esce allo scoperto e lotta.
7) Non incolpa l’innocente.
8) Si mette dalla parte di chi è innocente, di chi è indifeso, di chi è debole.
9) È retto, è fedele alle parole e alla legge di Dio.
10) Vuole essere perfetto com’è perfetto il Padre dei cieli cioè nel perdono e nella misericordia.
Quando ti è capitato di essere così???
IMMAGINE TRATTA DALLA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI IN PADOVA
In quest’affresco la virtù della Giustizia siede regale, su un trono prezioso, di fronte alla porta della città. Regge una bilancia con cui pesa ogni cosa con grande equilibrio. Con la destra regge un piatto, sul quale sta un angelo che incorona il bene, mentre l’angelo retto dalla sinistra sta giustiziando il male. Nella predella ai suoi piedi, quattro cavalieri – due cacciatori con cani e falcone e due mercanti –
procedono sicuri, dirigendosi verso un villaggio in festa, dove si suona e si danza.