FORTEZZA…
Il primo gradino della fortezza cristiana non è di stringere i denti, bensì di prendere coscienza della propria debolezza e dei propri limiti. La fortezza non è allora semplicemente una forma spavalderia che fa stringere i denti in uno sforzo eroico. È, invece, un abbandonarsi in pace a Dio, sapendo che siamo deboli, fragili.
Immagine tratta dalla cappella degli Scrovegni in Padova.
In quest’affresco di Giotto la virtù della Fortezza è eretta, decisa, con la destra brandisce una mazza, con la sinistra sorregge un grande scudo sul quale campeggiano una croce e un leone rampante. Una pelle di leone le fa da mantello: la testa della fiera come elmo, le zampe anteriori legate al collo, quelle posteriori in vita. Forte come un leone!
“Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi”. (Rm 15,1-2).
LA PRUDENZA IN PERSONA: SANTO STEFANO PRIMO MARTIRE DELLA CHIESA
La fortezza ha accompagnato e sostenuto i martiri nel sacrificio della loro vita, proprio per questo Santo Stefano primo martire della Chiesa è un esempio concreto di cosa voglia dire essere forti in senso cristiano.
Stefano era uno dei sette uomini scelti dagli apostoli per aiutarli nel servizio ai poveri. Annunciava a tutti che Gesù è il Salvatore degli uomini, morto in croce e risorto. Il suo prodigarsi nell’annuncio della buona novella gli costò caro: si inimicò i giudei. A seguito di una grande persecuzione contro i discepoli ed i fedeli, Stefano venne arrestato e condannato a morte. Mentre lo lapidarono Stefano non provò rabbia o rancore nei confronti dei suoi aguzzini, bensì disse: “Signore non imputare a questa gente il male che commettono,
ma perdonali”.