Alza gli occhi, amico, sono quassù, in cima alla colonna. Mi vedi, scolpito, intagliato, istoriato? Mani d’uomo mi hanno scalpellato e a fatica mi hanno issato quassù… sono pesantuccio. Bella pietra, ottima qualità. Sono qui da secoli. Io e tanti come me lungo la navata di questa chiesa. Ciascuno differente, ciascuno a rappresentare una storia, un episodio della Bibbia, per ricordare a chi ci guarda da dove viene, da dove è nata la sua fede, la religione tramandata da padre a figlio. La conosci la Bibbia, vero? Io e gli altri ti conduciamo fino al cuore di questa chiesa se saprai leggerci. Non abbassare gli occhi. Sto parlando con te…
Oppure sì, guardati in giro. Guarda gli archi ricchi di motivi floreali. Ti vogliono narrare di promesse eterne, ti vogliono dire che c’è un paradiso che ti
attende e questa chiesa ne è solo una piccola porta.
Mani d’uomo hanno creato quei fiori, quegli steli. Cuore d’uomo ha immaginato il loro profumo e ha scelto le piante da scolpire sulle volte di questo piccolo cielo.
Io c’ero quando tutto è nato. Ero roccia informe appoggiata sul prato. Portato da lontano su un vecchio carro tremolante, preso da una montagna.
Mani d’uomo mi hanno separato dal monte, con cunei di legno intrisi di acqua, crepa dopo crepa mi sono staccato. Braccia d’uomo mi hanno caricato sul carro con funi e tronchi. Occhi d’uomo hanno cominciato a guardarmi sul prato, alla fine del viaggio.
Mi girava intorno l’uomo, e lo capivo sognare. Poi ha cominciato con una punta di ferro e un martello.
Per giorni e giorni. Schegge lo colpivano mentre lavorava, ma continuava. E intanto mi guardavo intorno. Altri uomini andavano e venivano, spostavano blocchi di pietra squadrati, e lentamente una parete saliva, poi un’altra. Altri ancora scalpellavano e capitelli come me venivano creati. Prendevano forma le navate.
Le dividevano alte colonne che crescevano come un bosco su un pavimento di pietra. Sopra di loro costolature come rami reggevano il tetto che stava nascendo. Uomini salivano e scendevano da impalcature e funi. A volte in equilibrio precario; a volte perdendolo e a volte perdendo anche la vita. Ma con quelle loro mani stavano compiendo un capolavoro. Come facevano? Forse perché ho la testa dura come pietra, ma per me era un miracolo.
Il mondo intorno a me cambiava. Mi sembrava di essere avvolto e portato come sulle note di una melodia.
Santi in pietra uscivano da altre rocce, ancora scalpellate da quelle mani; un imponente Cristo in gloria, trionfante e circondato da angeli veniva issato in alto sul portale principale; colonne tortili a somiglianza di intreccio di vite delimitavano la soglia di accesso, il passaggio dal mondo di fuori al mondo di dentro. Sopra un altro portale, a destra del principale, c’era una Madonna in trono con il Bambino sulle ginocchia: la pietra sembrava diventata morbida, eppure era sempre e solo roccia. Re Magi arrivavano carichi di doni; vegliardi suonavano arpe e cetre. Cortei di pellegrini e animali dalle forme più bizzarre, piante rigogliose, palme e fiori, uccelli dalle ali spiegate, leoni e grifoni, poi altri uomini, alcuni avvolti da fiamme, altri inginocchiati, in preghiera.
Quale storia stavano creando le mani di questi uomini? Quale visione li muoveva, quale spirito li animava?
Sembrava quasi volessero rapire quella luce che appariva all’inizio del giorno in fondo alla navata maggiore, quando il primo sole illuminava la chiesa e filtrando tra vetri colorati toccava la mensa che era al centro dell’abside. Tanta fatica e tanto lavoro per ricordare una cena. Sono passati anni da allora. Ogni tanto sotto di me si soffermano persone a guardare, c’è chi commenta e dice che noi, pietre, parliamo. Io non so parlare, anche se sto raccontando questa storia.
Credo invece che siano gli uomini che hanno costruito questa casa di Dio che continuano a parlare e a raccontare agli uomini di tutte le epoche quel Vangelo in cui hanno creduto. Attraverso l’opera delle loro mani ha preso forma lo spirito. Con immagini e simboli la Buona Novella continua ad essere narrata e chiunque può vedere e ascoltare.
Uomini si soffermano in preghiera nella penombra. Il racconto prosegue… ora tra loro c’è un Altro che ha preso la parola.

Buona Strada
Monica D’Atti