A due anni dal Challenge Nazionale siamo stati di nuovo catapultati in una sfida con gli altri Clan, questa volta del Distretto. Il primo impatto e per certi versi la prima sorpresa, è stato il tema dell’Evangelizzazione, sin da subito protagonista delle attività.
Prima ancora di partire con lo zaino in spalla, tutte le pattuglie formate da Rover di diversi Clan, sono state introdotte al Challenge con il testo “La Fortuna di Evangelizzare” di Mons. Juan Esquera Bifet, il quale ha dato il via ad un confronto che ha accompagnato tutta la strada fino al luogo dove avremo passato la notte. I vari passi della strada sono stati dunque accompagnati da molti commenti e confronti, con la ricchezza di punti di vista anche differenti tra loro, toccando la difficoltà a fare un’evangelizzazione concreta al di fuori del gruppo scout e della parrocchia, fino ad arrivare all’importanza, se non proprio necessità, di ricevere e quindi anche riconoscere una forte evangelizzazione per poi riuscire a riproporla.
Oltre al testo avevamo qualche domanda su cui ragionare, queste ci hanno aiutato a guidare il confronto, con il risultato di essere giunti al pensiero comune che seppur l’evangelizzazione non è di certo facile in tutti i contesti, è ancora più forte la chiamata e l’impegno che dobbiamo mettere negli ambienti che troppo spesso si presentano meno accoglienti (ad esempio nella scuola), facendo la nostra parte anche lì. Un’altra domanda che ha stuzzicato le nostre menti durante la marcia è stata quella di chiederci se ci sentiamo o no all’altezza del nostro ruolo di evangelizzatori o se ci sentiamo troppo giovani. Su questo interrogativo io e i miei tre compagni di pattuglia ci siamo trovati subito d’accordo nel dire che l’età può fare la differenza, ma non esiste un’età minima per fare un buon servizio.
Nel nostro piccolo possiamo comunque fare tanto anche se a noi non sembra.
Raggiunto il posto del campo, abbiamo scoperto la nuova sfida, per cui ci è stato chiesto di concretizzare la nostra riflessione mettendoci subito all’opera nell’evangelizzazione in maniera simbolica e manuale, che quasi non pensavamo possibile in un posto di montagna! Tutte le pattuglie si sono adoperate per lasciare un messaggio ai numerosi escursionisti che frequentano il Parco dei monti Lucretili nella maniera che più si addice a dei “montanari”, preparando cioè dei bastoni da passeggio, molto utili per questi sentieri.
L’idea dei Capi Clan e dell’incaricato di Distretto è stata quella di chiederci di intagliare questi bastoni con un messaggio “evangelico”, che sintetizzasse la nostra riflessione avuta sulla strada.
Convinti che alla base dell’evangelizzazione vi sia il servizio, con la mia pattuglia, siamo arrivati abbastanza facilmente alla scelta della frase che sintetizza al meglio lo spirito della nostra evangelizzazione.
“Io per l’altro” è stata la nostra scelta e sin dalla sera, nel tempo libero ricavato fra la cena e il fuoco di bivacco, abbiamo cominciato il delicato lavoro di rifinitura ed incisione del bastone che avevamo precedentemente scelto.
La domenica ci siamo avviati verso la cima, sfruttando le soste per continuare nel nostro intaglio, e rendendoci conto nei momenti di cammino di come quel bastone sia simbolicamente perfetto per un messaggio, in quanto è un esempio pratico e semplice di come Dio si ponga in nostro sostegno nei momenti di fatica lungo il cammino.
I bastoni sono poi stati portati all’offertorio e benedetti al termine della santa Messa che abbiamo celebrato in una piana di alta montagna poco al di sotto della cima di monte Gennaro, poco dopo essere scesi dalla stessa.
Dopo la benedizione li abbiamo posizionati a metà sentiero, in dono per chi avrebbe preso la strada per la cima, nella speranza che il nostro lavoro possa piacevolmente sorprendere qualche escursionista di passaggio, fornendogli sia supporto che un messaggio a realizzazione della nostra piccola opera di evangelizzazione!
Alla fine dell’uscita siamo soddisfatti nel sapere che le nostre riflessioni, che ci hanno accompagnato nella salita e che inizialmente erano solo nelle nostre menti, sono ora incise in maniera indelebile su un legno pronte per nuovi incontri e seppur è stato faticoso dover lasciare quanto realizzato, abbiamo compreso che le nostre abilità manuali possono essere un ottimo strumento per creare opere utili anche ad Evangelizzare, ed invece di tenere il bastone tra le nostre mani dobbiamo guardare oltre.
Dove? Alla prossima uscita di Clan in cui vogliamo proseguire la sfida, stiamo ancora decidendo cosa realizzare, forse un’icona, o un crocifisso, o delle stazioni della via crucis, o un altare, o altro, avremo ancora un po’ di tempo per deciderlo, ma di sicuro lasceremo una nuova piccola traccia pronta per
nuovi incontri.

Christian Lorido – Roma 5
Distretto Roma Ovest

A cura di Giacomo Giovanelli