Don Lorenzo Milani ha, nel cuore di moltissimi, un posto speciale per l’importanza della testimonianza che ha dato con la sua vita, la cui eco ha ancora una forza innovatrice unica nel mondo dell’educazione, come quelle storie che più le leggi, più scopri quanto ancora hai da imparare.
Lorenzo nasce a Firenze nel 1923 da una famiglia benestante e acculturata. Consegue la maturità classica a Milano e dall’estate del 1941 si dedica alla pittura fino ad iscriversi all’Accademia di Brera.
L’arte Sacra oggetto dei suoi studi è per lui un canale di stimolo verso la conoscenza del Vangelo che dapprima lo incuriosisce e poi lo appassiona fino ad infiammare il suo cuore e a suscitare per lui la vocazione al sacerdozio.
Dopo il periodo in seminario a Firenze e l’ordinazione inizia a vivere da cappellano a San Donato di Calenzano in provincia di Firenze. Ha in mente una missione, ha nel cuore la passione e la consapevolezza di qual è, per la sua vita, la RISPOSTA da dare alla chiamata che ha ricevuto da Gesù.
Per lui, la cultura è un valore estremamente importante, ma si accorge che è anche un motivo di discriminazione nella società, un metro di misura che determina l’esclusione di molti dalla vita sociale e, soprattutto, dalla comprensione del messaggio di Cristo.
È il 7 dicembre del 1954 quando fonda la celebre scuola a Barbiana (FI). Vuole trasmettere le conoscenze ai poveri descritti nel Vangelo che Lorenzo tanto ama, quelli nelle sostanze e quelli nello Spirito.
È convinto che non possa esserci uguaglianza tra gli uomini senza garantire a tutti lo stesso livello di istruzione. Lavora per educare, che considera la forma più alta di cura e amore che possiamo avere per il prossimo, con il cuore pieno di spazio per i fratelli ai quali TIENE e per i quali si spende per far cessare le discriminazioni, perché “la lingua ci faccia eguali”. La Parola per lui è la chiave, la parola comune da imparare e la Parola di Dio da conoscere e servire.

In una sua lettera scrive: 

“La cultura è una cosa meravigliosa come il mangiare,
ma chi mangia da solo è una bestia, bisogna mangiare
insieme alle persone che amiamo e così bisogna
coltivarsi insieme alle persone che amiamo.”

Coltivarsi nella relazione con gli altri ci rende tutti responsabili e partecipi dell’educazione che elabora strumenti per amare e per non escludere nessuno dall’amore degli uomini, ma soprattutto da quello di Dio.
A questa figura straordinaria il nostro Paese è debitore per uno stile di insegnamento del tutto innovativo, nei presupposti e negli strumenti, che ha influenzato gli stili di formazione degli insegnanti e ci ha resi l’unico paese in Europa a praticare seriamente l’inclusione scolastica di alunni con più o meno gravi difficoltà cognitive, menomazioni fisiche, handicap. La nostra società civile può così sperimentare ogni giorno la ricchezza della possibilità di un’educazione partecipata a tutti e partecipata da tutti. Conoscere Don Milani fa sperimentare la sintesi perfetta e necessaria dell’evangelizzatore di carattere, che educa nella relazione, testimonia l’amore di Dio, ci mette la
faccia e le mani, l’esempio e la parola, il silenzio e la bellezza per seminare nella vita dei fratelli il Bene e la Verità, con tutta la dignità e l’onestà di cui è capace.

E allora, BUONA EDUCAZIONE!

 Silvia Breda