Era il 1916 quando Mario Mazza, non senza sofferta esitazione, accettò di sciogliere la “Juventus Juvat” e fondere le sue “Gioiose” nell’A.S.C.I. sotto la guida del primo Commissario Centrale: il Conte Mario di Carpegna (nella foto accanto). L’A.S.C.I. fu la prima associazione che adottò integralmente la Legge e l’indirizzo dei Boy Scout d’Inghilterra e d’America, realizzando tra i cattolici italiani la genuina applicazione del metodo educativo del geniale Baden-Powell. Il Papa Benedetto XV, per mezzo dell’allora Segretario di Stato Cardinal Gasparri con lettera del 26 giugno 1916, prescelse Padre Giuseppe Gianfranceschi perché si facesse interprete del pensiero della autorità della Chiesa, e questo fu il primo segno pubblico dell’approvazione pontificia alla nuova associazione cattolica. (fonte: www.asci.it).

Per festeggiare il primo centenario dello scautismo cattolico, è stato organizzato, lo scorso 19 novembre a Firenze, un convegno aperto a tutte le associazioni scout italiane.
Potevano mancare gli Scouts d’Europa?
Certamente no! Storia, spiritualità scout e vocazione religiosa sono stati i tre temi affrontati durante la giornata. Il primo ci permette di fare memoria delle nostre origini, degli ostacoli incontrati nel secolo scorso e di quanta forza e tenacia sono state messe in gioco per continuare quella meravigliosa avventura.
La spiritualità scout, invece, è una caratteristica del nostro modo di vivere la fede e di pregare…
Ammirare le stelle durante una veglia o un panorama dopo una faticosa salita, quanto ci fanno sentire vicini a Dio e per questo dei previlegiati? Infine, lo scautismo come una bussola per la vocazione di ognuno, anche quella religiosa. Un cammino personale veramente completo che sa evidenziare ogni nostro aspetto così da farci capire qual è la nostra strada, o meglio affidarci a Lui. Oggi moltissimi sacerdoti, frati, suore e monache hanno nel cuore l’esperienza scout e pregano per noi, ogni giorno. Il convegno ha celebrato un traguardo, ha ringraziato i Capi che ci hanno indicato la strada in questi anni ma ha volto lo sguardo verso il futuro, sicuro che continuità e fedeltà al metodo siano sempre preservate anche nelle difficoltà dei tempi. Il nostro è uno stimolo concreto.

Buona Strada, per altri cent’anni!

Barbara Orioni