È del tutto originale e tipica della religiosità di B.-P. l’idea che suggerisce: unire all’esercizio fisico la preghiera rivolta al Signore: «Sono vostro dalla testa ai piedi».
Per salute e forza fisica s’intende conoscere il proprio corpo, i propri limiti ed avere un rapporto positivo con esso in quanto dono di Dio. Si impara che il proprio corpo aiuta nelle relazioni con gli altri e con l’ambiente perché ti consente di scoprire la natura e nuovi punti di vista tra i quali non può mancare assolutamente l’esperienza della tenerezza di Dio e della sua Misericordia.

L’esperienza dell’Esodo per Israele è un’esperienza di tenerezza che vede il popolo come un bambino su cui Dio si china con amorevolezza e cura
per nutrirlo e insegnargli a camminare “tenendolo per mano”, proprio come si fa con un bambino che muove i primi passi e deve acquisire sicurezza. La Bibbia ci parla di un Dio che “scende” e si “china” sulle sofferenze del suo popolo, che si abbassa per sollevare l’uomo “su ali di aquila” (Es 19,4).

La Bibbia per esprimere la tenerezza di Dio parla anche di viscere materne che fremono di amore. Come una madre Dio non può dimenticare la sua creatura. Anzi, se può accadere che disgraziatamente una madre abbandoni il proprio figlio, Dio invece non ci dimentica mai (Is 49,14-16).
La misericordia abbraccia la miseria e il nostro limite. Nei momenti particolarmente bui e tristi Dio ci chiede di lasciarci amare. Gesù ci mostra la tenerezza di Dio, ci rivela il volto di Dio Padre con il cuore di madre.

Gesú non solo usa misericordia ma é capace di accogliere gesti di tenerezza e c’insegna come riceverla:

  1. Il Signore si lascia amare, anche pubblicamente, teneramente. (Simone e la peccatrice Gv 7,44- 48).
  2. Gesù imponeva le mani su ciascuno, pur essendo numerosi i malati che andavano da lui… “e li guariva” (Lc 4,40). In Gesù notiamo con insistenza il contatto diretto con le persone. Gesù non ha fretta, vuole avere un contatto personale con ognuno. La sua è una cura personalizzata. La tenerezza non l’ha vissuta sulle nuvole (iCloud), non prescrive ricette a distanza e manda messsaggi ma asseconda l’esigenza del contatto e non si sottrae alla folla per poter essere toccato e poter ritrovare forza e salute, fisica e spirituale (Cristo terapia). Il Signore riabilita tutta la persona muovendo dalle ferite e dalla miseria che il peccato e la malattia lascia nell’uomo. Egli emana dal suo corpo una straordinaria energia sanante, una forza che ha il potere di guarire ogni infermità e malattia.
  3. Gesù guarisce l’uomo intero, anima e corpo, ridando dignità e permette all’uomo di alzarsi in piedi e trovare la strada verso casa (cfr. Paralitico guarito).

L’Evangelista S. Marco ci racconta (Mc 5,21-34) la guarigione della donna che aveva forti perdite di sangue e la risurrezione della figlia di Giairo.

Vangelo secondo Marco Capitolo 5
21Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. 22Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi 23e lo pregava con insistenza: “La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva”. 24Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. 25Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28“Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita”. 29E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. 30Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi mi ha toccato il mantello?”. 31I discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?”. 32Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Gesù rispose: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”.

  • La malattia e la disperazione della donna a causa di una lunga malattia la porta a toccare il lembo del mantello: frammento della presenza di Dio in Gesù.
  • Essa si sente chiamata nuovamente “Figlia” perché in Gesù ogni tenerezza ha un volto, una storia e una dignità.
  • E infine riceve in dono tutta l’ampiezza e l’estensione della tenerezza di Dio… nelle parole di congedo: “va in pace”.

Questo brano irradia tenerezza e c’insegna a donare un sorriso, a coltivare atteggiamenti “cortesi e cavallereschi”, essere capaci di ascolto…
I Capi, l’uomo e la donna della Partenza, vivono la Trasfigurazione della loro carne ogni volta che ricevono e rivelano nella propria vita questa tenerezza di Dio che si manifesta in un cammino di servizio generoso, fedele e compassionevole… in questo esercizio della Misericordia possiamo ripetere al Signore e ai nostri fratelli e sorelle “sono vostro dalla testa ai piedi” allenandoci, come ci ricorda Papa Francesco, con umiltà e duramente ogni giorno.
“So che siete capaci di gesti di grande amicizia e bontà. Siete chiamati a costruire così il futuro: insieme agli altri e per gli altri, mai contro qualcun altro! Non si costruisce “contro”: questo si chiama distruzione. Farete cose meravigliose se vi preparate bene già da ora, vivendo pienamente questa vostra età così ricca di doni, e senza aver paura della fatica. Fate come i campioni sportivi, che raggiungono alti traguardi allenandosi con umiltà e duramente ogni giorno. Il vostro programma quotidiano siano le opere di misericordia: allenatevi con entusiasmo in esse per diventare campioni di vita, campioni di amore! Così sarete riconosciuti come discepoli di Gesù. Così avrete la carta d’identità di cristiani. E vi assicuro: la vostra gioia sarà piena.”
(Papa Francesco, omelia del 24 aprile 2016, Giubileo dei ragazzi)

Dio tiene gli occhi aperti su di noi anche quando attorno e dentro di noi è notte! Dio risplende e non ci lascia soli, la sua tenerezza diventa la nostra strada.

E allora Buona Strada!

Don Claudio Barboni