Sei anni fa, cioè quando quasi tutti voi che leggete eravate ancora in Riparto, ci siamo incontrati per la prima volta sotto questo titolo, spiegandolo così:

  • I custodi siamo noi e ciò che va custodito è tutta la Creazione. I gravi problemi ambientali (oltre che economici e morali) creati dagli stili di vita moderni vanno risolti anche modificando, nel modo più indolore possibile, le abitudini quotidiane di tutti noi.
  • Senza per questo pretendere l’esclusiva su certe idee, noi Scout Cattolici abbiamo anche più motivi e strumenti degli altri per essere buoni Custodi, ma ancora non ne abbiamo sufficiente coscienza.

Quest’anno, come già sapete anche da “ApertaMente”, nello scorso numero di CdM, è arrivata una voce ben più autorevole a ricordarci proprio quelle cose. Quando abbiamo iniziato, una conferma così autorevole che la proposta dei Custodi era valida, non avremmo nemmeno osato sognarla.

Oggi, con umiltà ma anche, concedetecelo, con un briciolino di contentezza, vi proponiamo come spunti di discussione e attività alcuni punti del sesto capitolo della Laudato Si’, “Educazione e spiritualità ecologica”, più direttamente legati a quanto avete letto in sei anni di Custodi. I numeri sono quelli dei paragrafi da cui è tratto ogni gruppo di frasi, le evidenziature invece sono le nostre.

1 Puntare su un altro stile di vita

203. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consumare. In questa confusione si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.

204. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite.

206. Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione [per giungere a una soluzione di questi problemi]: “Acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico”

207. Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di una nuova riverenza per la vita, per la risolutezza nel raggiungere la sostenibilità, per l’accelerazione della lotta per la giustizia e la pace, e per la gioiosa celebrazione della vita.

2 Educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente

209. La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. I giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini.
Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.

210. L’educazione ambientale dovrebbe disporci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un’etica ecologica trae il suo senso più profondo.

211. È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita… Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità.

212. Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo.

214. Tutte le comunità cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Poiché grande è la posta in gioco, così come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli attacchi all’ambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di educarci l’un l’altro.

215. In questo contesto, “non va trascurata [la relazione] tra un’adeguata educazione estetica e il mantenimento di un ambiente sano”. Quando non si impara a fermarsi ad ammirare ed apprezzare il bello, non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e abuso senza scrupoli.

3 La conversione ecologica

216. La grande ricchezza della spiritualità cristiana… costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare l’umanità. Non si tratta tanto di parlare di idee, quanto soprattutto delle motivazioni che derivano dalla spiritualità al fine di alimentare una passione per la cura del mondo.

217. Alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente.
Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda. Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana.

219. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore… La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria.

223. La sobrietà, vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante. Non è meno vita, non è bassa intensità, ma tutto il contrario. Infatti quelli che gustano di più e vivono meglio ogni momento sono coloro che smettono di beccare qua e là, cercando sempre quello che non hanno, e sperimentano ciò che significa apprezzare ogni persona e ad ogni cosa, imparano a familiarizzare con le realtà più semplici e ne sanno godere. In questo modo riescono a ridurre i bisogni insoddisfatti e diminuiscono la stanchezza e l’ansia. Si può aver bisogno di poco e vivere molto, soprattutto quando si è capaci di dare spazio ad altri piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nell’arte, nel contatto con la natura, nella preghiera.
La felicità richiede di saper limitare alcune necessità che ci stordiscono, restando così disponibili per le molteplici possibilità che offre la vita.

Buona Strada e Buona Custodia

Marco Fioretti