Mangio di tutto, e sono convinto che mangiare roba buona, soprattutto in compagnia e “in vacanza”: questo è uno dei grandi piaceri veri della vita. Però quattro anni fa un terzo dei ragazzi italiani oggi in età esploratori , guide oppure Rover, Scolte o era in sovrappeso, o si muoveva troppo poco, o aveva tutti e due questi problemi. Uno studio europeo pubblicato l’anno scorso diceva che fra (leggetevi bene questa lista) Belgio, Cipro, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Spagna e Svezia, il paese con i giovani più in sovrappeso e che mangiano meno verdura era uno di quelli con più sole, aria buona e terreno fertile del mazzo, cioè noi!

Che c’entra questo con le nostre escursioni?
C’entra, c’entra. Eccome.

Anni fa ero andato ad arrampicare. Salita a parte, il ricordo più divertente di quel giorno è il dialogo della coppia di scalatori vicino a noi, mentre stavano riavvolgendo la corda dopo un’intera giornata in parete. Uno, serissimo, fece: “E adesso, acqua e sali minerali”. L’altro, mortalmente serio, lo rimise subito al suo posto: “NO. Adesso, birra e salsicce”.
L’escursionismo è un metodo eccellente per smaltire parte dei danni combinati da come siamo spesso costretti a mangiare in città, ma per noi dovrebbe essere anche un modo, anzi un momento, per educarci a mangiare meglio. In effetti, questo è anche un dovere che abbiamo, verso tutti quei ragazzi che a casa han sempre visto e mangiato solo scatolette, perché entrambi i genitori sono costretti a star fuori tutto il giorno. Se non lo vedono in Uscite e Campi, che c’è un’alternativa, dove lo vedono?

Purtroppo, invece sull’argomento “mangiare bene in escursione” vincono troppo spesso due scuole di pensiero opposte fra loro, ma solo in apparenza. Gli americani lo fanno malissimo. Noi pure. La filosofia degli “Americani” (dovunque siano nati, non è questione di passaporto!) è riassumibile con:

  • Spuntini quasi continui, possibilmente mentre si marcia, soprattutto di…
  • Cibi disidratati, spesso prodotti specificamente per trekking.

Quei cibi sono praticissimi, basta versarci dentro acqua bollente per mangiare. A volte manco quella, come per il gel di pizza margherita in figura 1.

Scienza_1

(No, non è uno scherzo, lo vendono sul serio).

Fichissimo, vero? Meno peso, anche di combustibile, meno roba da lavare, mangi succhiando mentre cammini. L’unico problema sono gli impatti, tutti davvero notevoli, su portafoglio, ambiente, fegato e piacere di mangiare. Tutto il contrario del “guida da solo la tua gavetta”, insomma.

All’estremo fintamente opposto c’è la religione tradizional-nostrana, basata sostanzialmente su dogmi seguiti in parte per inerzia culturale e familiare, in parte come reazione a quell’altra setta:

  • Mangiamo più che possiamo, tanto stiamo faticando;
  • Mangiamo più che possiamo, sennò che fine fanno allegria e comunità?
  • Numero e schema dei pasti non si toccano;
  • Anche sulla Strada bisogna allontanarsi il meno possibile da antipasto primo secondo contorno frutta dolce caffè ammazzacaffè, grazie;
  • Abbasso spuntini e colazione sostanziosa;
  • Viva insaccati, formaggi e dolci.

Anche liberarsi di questi dogmi è Scienza dei Boschi.

Meglio mangi, più ti godrai la Strada (e più la farai in sicurezza). Premesso (di nuovo) che:

  • Se, e soprattutto come, devi metterti a dieta può deciderlo solo un medico, non certo le tue ipotesi o gli spot in TV;
  • Non è certo la Strada, il posto per mangiare meno, o peggio, del solito;
  • SE lo fai con cervello, mangiare (quasi) di tutto non è certo sbagliato. E se sfori ogni tanto non succede niente di grave;
  • Mangiare bene è anche un ottimo modo per stare insieme.

La domanda è:
Quanti degli errori di alimentazione che facciamo a casa ci portiamo dietro anche sulla Strada, che invece dovrebbe essere un punto di riferimento?

Andando sul concreto, quanti di questi errori, per citare solo i più comuni, fate regolarmente in uscita o nei campi?

  • Poca o niente frutta e verdura;
  • Troppi panini, pizza e fritti;
  • Troppi dolci, merendine o altri cibi troppo lavorati in fabbrica;
  • Troppi insaccati;
  • Pasti e spuntini non bilanciati, o nei momenti sbagliati;
  • Birra, bevande gassate (che son sempre troppe, a differenza delle altre categorie) o passaggio al fast food appena si arriva in paese, “cavolo me lo
    merito son due giorni che marcio!”

Se non hai mai fatto nessuna di queste cose in Uscita, raccontaci cosa hai mangiato! In caso contrario… come si dice a Roma, fattela una domanda, e poi dattela, una risposta. Anzi, menu migliori per la tua Strada, per esempio nei modi che seguono.
Alla prossima uscita: fotografate tutto quello che vi portate da mangiare e come lo cucinate. La settimana dopo, invitate a riunione un medico o nutrizionista, e sentite cosa ne pensa. E poi raccontate qui su CdM cosa avete scoperto.
Per i campi mobili: mettere in programma UNA mezza giornata in cui, oltre a non marciare per altri motivi (veglie, bucato, eccetera), si mangia come Dio comanda cioè cucinando facendosi un minestrone o una pasta e fagioli, ma partendo proprio da zero. O anche pollo, coniglio e simili, ma… comprati interi e ripuliti da voi.
Riunioni e “doporiunioni” in Sede: fate voi, basta che non facciano subito venire in mente la scheda di Wikipedia in figura 2.

Scienza_2

(esiste veramente, e non ho scritto io!).

LINK:

1 www.spaziomamma.com/_31131.php
2 www.panorama.it/scienza/green/poca-frutta-e-verdura-nella-dieta-dei-giovani-italiani-2/

Buona Strada. Anzi, Buona Digestione. ANCHE sulla Strada

Marco Fioretti