In chiusura di questo triennio, mi è toccato parlare di Santità, proprio come farebbe un Capo Clan ai suoi rover. Dopo i primi 2-3 svenimenti a causa della mia inadeguatezza sull’argomento, ho pensato che avrei dovuto scrivere quest’articolo raccontando un’unica parola, forse la parola più bella di tutto lo scoutismo.
Questa parola è: PROMESSA.

«Una Promessa è più salda di una
Speranza, anche se non è reputata così
tanto»1

Nella nostra era ipertecnologica e sempre interconnessa, se davvero viviamo in un mondo liquido, dove tutto cambia continuamente e la consistenza e la durata delle cose sembrano perdersi e svanire, forse la promessa è uno dei pochi modi che abbiamo per far esistere qualcosa.

Hannah Arendt, pensando alla condizione umana contemporanea, proponeva come «rimedio alla imprevedibilità della sorte», alla caotica incertezza del futuro, proprio la facoltà di fare e mantenere promesse.
Perché in ebraico parlare e promettere si dicono allo stesso modo: una parola che non è una promessa diventa in fretta menzogna, inganno2.
In effetti, una delle definizioni più belle per uno scout, quella che ripeto più spesso a tutti è: una persona capace di mantenere la parola data.

La promessa è anche una cura contro uno dei grossi mali di oggi: il male dell’individualismo. Infatti, ogni promessa che facciamo è un gesto di relazione, che ci fa impegnare verso qualcuno, verso un “altro” e così ci fa diventare fedeli, nonostante tutti i nostri cambiamenti e contraddizioni, che sempre ci appartengono.

Non solo, nel momento in cui ci impegniamo con altri, diamo forma a noi stessi; stiamo costruendo un’identità che non evapora alla prima difficoltà, che non è schizofrenica e camaleontica3, che ci fa avanzare con unità nel nostro cammino della vita, che ci rende riconoscibili nel nostro stile scout, ma anche capaci di riconoscere.

Ma la promessa è relazionale anche in un altro senso, un senso di reciprocità: l’altro non è solo il destinatario, ma il custode delle mie promesse. Questo significa che avremo sempre un aiuto a mantenerle, e questo sarà sempre un sostegno all’identità che stiamo costruendo, di cui a volte proprio l’io è il primo nemico 4.
È un’alleanza dove chi fa e chi riceve la promessa si aiutano a vicenda anche a rinnovare le motivazioni che hanno portato a pronunciare quella promessa, anche quando le circostanze cambiano.

È un patto che aiuta a liberarsi dai tanti condizionamenti che continuamente ci spingono di qua e di là, a scegliere una direzione e decidere di portarla avanti, riuscendo quindi a dare valore alla parola data.

È la condizione della responsabilità, del riuscire a realizzare qualcosa che dura, della vita insieme e dell’Intereducazione, come diciamo noi Scouts d’Europa. È la radice di una enorme speranza che non sarà mai pura illusione. È la radice di una enorme speranza che non sarà mai pura illusione ma che invece ci rende capaci di enorme fiducia.

Promessa è anche una parola che ci rende degni del Paradiso. È una parola che anticipa un futuro, sostenuta dalla grande promessa di salvezza nella quale confidiamo.
Fino all’ultimo, perché anche «La morte è l’ultima impresa rischiosa che l’uomo affronta, guidato da Cristo verso la grande promessa» (Guardini).

Treppiedi_2Detto questo non mi resta che salutare tutti i lettori di CdM che fino ad oggi hanno letto i miei articoli. Lascio questo servizio come Commissario Nazionale della Branca Rover felicissimo di aver avuto anche questo incarico all’interno della rubrica “Treppiedi una proposta”. Devo dire che scrivere per CdM è stato sempre un piacere, oltre che un grande onore. Sì, mi sono proprio divertito a farlo! E sicuramente ho anche imparato tanto, per le tante volte in cui mi sono messo a studiare per scrivere sempre meglio e con degni contenuti. La cosa più bella? Immaginare i volti delle Scolte e dei Rover che avrebbero letto l’articolo! Buona Strada ragazzi, non so se ci rincontreremo da queste parti ma per adesso vi saluto con un grosso abbraccio.
Vi voglio però fare anche io una promessa: ognuno di voi è un capolavoro e vi prometto che sarete grandi uomini e grandi donne.
Ne sono certo!

1 Così scriveva la poetessa Emily Dickinson nella lettera a un’amica.

2 Chiara Giaccardi su RAI Radio 1, Pensiero del giorno – Puntata del 14 giugno 2014.

3 “Parole dell’umano” – Promessa; sul sito www.firenze2015.it, dedicato al convegno sul nuovo umanesimo.

4 idem

Gipo Montesanto – Commissario Nazionale Rover (2009 – 2015)