Per sapere dove ci troviamo analizziamo il termine santità:

Il termine:

  1. In A.T. santità è riferito esclusivamente a Dio
  2. Il senso figurato è “separato da”, “recinto intorno in cui appena si percepisce cosa vi è al di là”. Quindi in A.t. santo significa separato, diverso, Altro per eccellenza
  3. In N.T. passaggio da santità come separazione a partecipazione alla vita di Dio.
  4. Vivere la vita di Dio, esserne partecipi.

Santità quindi come cammino dietro a Gesù, che ci fa conoscere il Padre e ci immette nella Sua vita. Diventa il “farsi Cristi”, cioè pieni della vera umanità di Gesù, per essere santi: partecipare alla vita divina, quella di Dio attraverso la vita nel quotidiano.

Santità

  1. Nel Padre Nostro il senso di “sia santificato il tuo nome” diventa quindi “che ogni cosa, ogni giorno, venga riconosciuto come tuo, tuo segno, che
    ti si prenda sul serio nella piccolezza – grandezza di ogni giorno.
  2. “Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità: da questa santità così universale e diffusa, è promosso anche nella società terrena un tenore di vita più umana” (VATICANO II); santità quindi che agisce incarnata nella vita.
  3. “Sarà una santità necessariamente non clamorosa, non conclamata, a volte nemmeno riconosciuta, ma una santità luminosa e trasparente, capace di lasciare intuire il volto di Cristo in cui traspare la gloria e la santità di Dio e lo si conferma presente in tutto. Attraverso una presenza discreta, umile, ma coraggiosa, capace di conservare la vita e la speranza di vita”. (C.M. MARTINI)

La strada di santità che il Signore c’invita a percorrere è la riscoperta dei talenti che lui ha posto in ciascuno di noi, lui stesso ci aiuta a metterli a frutto
pienamente.

DAL VANGELO DI MATTEO (MT 25, 14-30)
Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Santità è essere alla riscoperta dei talenti ricevuti (interiorità, povertà, umiltà, gratuità, semplicità e discrezione), è fare tutto con il Signore per non
perdere la gioia e vivere il momento presente colmandolo d’amore.

“Stiamo entrando in un periodo di esilio per ritrovare il senso dell’interiorità e della povertà. Il popolo di Israele diceva di non avere né città santa, né tempio, né profeti, né sacerdoti. Bisogna diventare più semplici e discreti. Il Dio della Bibbia è il vero Dio e forse ce ne siamo dimenticati.
La nostra chiesa, ad esempio, aveva tutto: personale, prestigio, potere, finanze, chiese, sacerdoti, suore, seminaristi.
Forse il Signore vuole che impariamo a non fare niente senza di lui e forse, prima di capire questo, dobbiamo trascorrere un certo periodo di povertà.
Non è facile, ci sono tante sofferenze e strappi ma è un cammino pasquale.
La chiesa si deve imporre nella società con la qualità della sua vita interiore, non con la quantità; con la testimonianza, con il messaggio, con l’impegno per i poveri. Tutto il resto è decorativo.
Penso che stiamo andando verso questa strada, contro la nostra volontà, perché non è facile.
Quando si hanno troppi mezzi, si perde la gioia e ci si affida ai calcoli.”

 CadendoDaCavallo_2Intervista data nel 1998 dal Card. Danneels di Malines, Belgio

“In carcere tutti attendono ad ogni istante la liberazione, ma io mi sono detto, mentre mi stavano accompagnando, che era un’illusione sperare di tornare a Roma e di fare un lavoro importante perché la cosa più probabile, nelle condizioni in cui mi trovavo, era che sopraggiungesse la morte.
Decisi quindi che non avrei aspettato, che avrei vissuto il momento presente e che lo avrei colmato di amore.”

CadendoDaCavallo_3Card. F.X.N. Van Thuan

Dio si è fatto nostro compagno di viaggio in Gesù. Ci chiede di porre la nostra fiducia in Lui per camminare sereni sulle strade della vita. Dio è solidale
con noi e veglia sui nostri passi sempre. Anche a te lui fa la stessa proposta fatta ai discepoli in Galilea:
“Vieni e seguimi”

Cosa farai? Quale sarà la tua risposta? Tu cosa sei disposto a fare per la felicità degli altri? Hai mai pensato che sono le tue decisioni a disegnarti il futuro? Che futuro vuoi?

Un’estate diversa in Giordania, tra i profughi di Al Mafraq (nord Giordania): cittadina del nord della Giordania. Situata a pochi chilometri dal confine siriano, dallo scoppio della guerra ha visto triplicare la sua popolazione (da 80 mila a 210 mila abitanti!), perché porta d’ingresso in Giordania dei profughi siriani (quasi un milione ha trovato rifugio qui in 4 anni).

Elisa di Treviso (23 anni) racconta in breve la sua esperienza in questo campo profughi:
“Quello che più mi ha colpito delle visite alle famiglie di profughi siriani è la loro accoglienza, quella che loro definiscono come «arabic hospitality». Non volevo dare l’idea della turista curiosa, ma allo stesso tempo questo è ciò che sono: una giovane europea distante anni luce dalle tende sporche e soffocanti di Al Mafraq. Queste famiglie invece ci hanno accolto sorridenti, offrendoci del the e porgendoci i loro migliori cuscini. Hanno raccontato, ci hanno trascinato con loro in un’odissea di dolore e fatica. Ci hanno insegnato a vedere il mondo e la nostra vita con occhi diversi. “

“Le grandi opere nascono dal silenzio” (Guardini), l’efficacia nasce dalla gratuità. Le opere, prima di essere ‘gestite’, devono essere ‘gestate’. La santità
deve perciò ispirare permanentemente ogni nostra azione. Bisogna capire, seguendo San Paolo, che la gloria viene dalla croce, che la ‘forza’ dell’agire cristiano nasce dalla ‘debolezza’ della dedizione.
La santità è che a ciascuno è chiesto di fare “la volontà di Dio come in cielo così in terra”, ciascuno dunque in ciò e per quanto gli è chiesto (Mt 6,10).

Buona Strada di Santità! (BSS)

Don Claudio Barboni