L’elezione del Presidente della Repubblica è un momento “sui generis” nella vita politica italiana.
Perché se è vero che il Presidente è di fatto un politico, e spesso per questo ha una lunga storia di impegno in un partito e di conseguenza sostenitori e oppositori, alla fin fine è e dev’essere una figura sopra le parti. Il Presidente, infatti, secondo la Costituzione “rappresenta l’unità nazionale”. In questo senso, un bravo Presidente deve saper mettere da parte le proprie simpatie e antipatie politiche in nome del bene comune e deve rappresentare ciascun cittadino italiano. I doveri del Presidente sono ben chiari e sono stabiliti nella Costituzione, nella parte in cui si definisce l’ordinamento della Repubblica (Titolo II-Parte II):

“Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere. Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura. Può concedere grazia e commutare le pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica.”

 

Lo scorso 3 febbraio 2015, il Parlamento italiano e i rappresentanti delle Regioni hanno eletto Sergio Mattarella dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. Sergio Mattarella è un politico ed avvocato, che ha avuto una lunga carriera politica ed accademica.
Di origini siciliane, dopo la laurea in giurisprudenza a Roma, torna a Palermo dove comincia a esercitare la professione di avvocato e contemporaneamente intraprende la carriera accademica diventando professore di Diritto Costituzionale e di Diritto Parlamentare. Già vicino all’ambiente politico, in seguito all’assassinio del fratello Piersanti per mano mafiosa, decide di impegnarsi politicamente.
Negli anni 80 è uno dei protagonisti della cosiddetta “primavera palermitana”, un periodo in cui si cerca di imporre la cultura della legalità a scapito di quella mafiosa attraverso iniziative politiche, culturali e sociali. Nel corso degli anni successivi è più volte parlamentare e ministro (dei rapporti con il Parlamento, della pubblica istruzione, della difesa).
Al suo nome sono associate svariate riforme che molti di noi ricordano o hanno vissuto in prima persona: l’abolizione della leva obbligatoria, l’introduzione del modulo dei tre insegnanti alla scuola primaria e dell’educazione alla salute nelle scuole, la legge elettorale detta “Mattarellum”, per citarne alcune.
Prima di diventare Presidente della Repubblica è nuovamente docente universitario e giudice della Corte Costituzionale. In un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui molti cittadini sembrano disillusi e lontani dalla politica, il nostro augurio per il Presidente è quello di essere un esempio di buona politica, affinché tutti quanti e in particolare i più giovani si avvicinino alla buona politica, che non è nient’altro che prendersi cura con passione della “cosa pubblica”. Questa speranza è stata espressa dallo stesso Presidente nel suo discorso di insediamento e noi speriamo con lui.
E ci auguriamo inoltre che quei diritti che ha citato (per esempio il diritto alla salute e il diritto allo studio), l’uguaglianza tra i cittadini e il sostegno di chi è in difficoltà siano il faro che illumina la strada lunga e importante che il Presidente ha davanti a sé. Buon lavoro dunque, o come piace dire a noi scout, buona strada!

Le parole più utilizzate dal Presidente della Repubblica durante il suo discorso:

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Francesco Barbariol