Un mio caro amico mi faceva sempre ridere quando diceva: «Il ladro è colui che trova le cose prima che gli altri le perdano!». In effetti non aveva tutti i torti! È proprio così: “Tutto ciò che non viene donato va perduto” (Dominique Lapierre).
Abbiamo tutti delle cose belle, dei lati super-positivi, dei doni da spendere per gli altri. Molte nostre qualità possono essere messe a disposizione degli altri, seguendo le scelte di servizio che il nostro metodo ci insegna. Possiamo quindi scegliere, ogni giorno, di non tenerle per noi ma di donarle agli altri prima di perderle. Ma cosa significa perderle?
Perderle vuol dire dimenticarle, non dare alle cose il giusto valore. Perderle significa fare finta che non ci siano, trovare la scappatoia più facile, rinunciare a fare quel pizzico di fatica in più che invece ci porta ad una felicità più grande. Stiamo attenti perché quando perdiamo questi tesori potrebbero trovarli i ladri. Ma chi sono i ladri?
Il ladri sono quelle persone, o quelle azioni che compiamo, che ci portano via il giusto valore delle cose, che ci tolgono il ricordo prezioso di un amico, che ci distraggono da ciò che meriterebbe più tempo dedicato. Insomma, che alla fin fine ci rendono tristi e insoddisfatti, con una sensazione di vuoto, che ci grida dentro e ci spinge a cercare sempre nuove cose che possano soddisfarci. Quella sensazione ce la ricordiamo bene, quando torniamo a casa vuoti più di prima dopo una serata in cui riteniamo di aver buttato via il nostro tempo, dopo alcune ore su internet a guardare il “nulla”. Il segreto per essere felici allora? B.-P. ce lo ricorda in numerosi suoi scritti: rendere felici gli altri! Questa sensazione ce la ricordiamo ancora meglio, perché è quella più duratura, quella più forte. Tornare a casa sentendoci pieni, capendo di aver fatto qualcosa di grande, leggendo negli occhi di un’altra persona un sorriso e un grazie per un gesto che abbiamo compiuto a suo favore.
Proviamo a trasformare quindi la frase di Dominique Lapierre, al contrario: tutto ciò che viene donato non va perduto, è tutto di guadagnato! Oltre al dono di sé stessi, tipico dei nostri Rover e delle Scolte che si apprestano a vivere la loro Partenza, vorrei parlarvi di un dono oggi raro: il dono del silenzio.
Oggi siamo immersi in una grande bolla di inquinamento acustico. Il silenzio sta diventando un bene raro, come l’acqua. Ma, mentre dell’acqua non si può fare a meno, si pensa di poter vivere senza silenzio. Anzi, molti non si accorgono nemmeno della sua assenza.
Il silenzio non è l’assenza delle parole. È invece il tempo vissuto con la consapevolezza che non sarà “fare cose” a farci stare bene e a salvarci. Anche per questo non mi piace quando sento qualcuno che dice: oggi facciamo attività. Dobbiamo riscoprire la radice e la forza che possano sostenere il nostro fare. Per questo è necessario il silenzio. Tante volte ricercare continuamente cose da fare non è altro che l’espressione della nostra paura di trovarci soli con noi stessi o soli di fronte agli altri. Paura che dal fondo di noi o dallo sguardo dell’altro emergano le domande a cui non sappiamo o non vogliamo dare risposta: dove sto andando? Che cosa cerco davvero?
Che cosa vale di più per la mia vita? Bisogna invece avere il coraggio di porsi queste domande e la gioia di cercare le risposte. Io non voglio il silenzio per non sentire o non vedere. Lo desidero per poter vedere più in profondità, per poter ascoltare le parole più importanti, per potermi soffermare di più su queste cose. Se ho bisogno di allontanarmi dai “rumori”, dagli amici di Facebook le cui pagine sono piene di cose inutili, è per farmi entrare più profondamente nella realtà, per scoprire il volto vero delle cose. Mi ha molto impressionato sentire Maria Callas, la famosa cantante, in una delle rare interviste, la quale rispondendo a una domanda su quale fosse, secondo lei, la cosa più importante che aveva vissuto nel canto, disse più o meno così: «Il silenzio. Tutta la grandezza del canto sta nei silenzi fra le parole» . Stiamo attenti allora, vigiliamo, i ladri possono arrivare anche qui e rubarci il nostro spazio di silenzio. Facciamo in modo che non accada.

Gipo Montesanto – Commissario Nazionale Rover