Il crescere spiritualmente è vivere il proprio corpo come donato e fatto per il dono.

L’amore autentico è oblativo e aperto al mistero, quello inautentico è possessivo e magico. La natura dei mali che affliggono le relazioni familiari, i loro inganni e i loro disagi, sono “un problema abissale di amore” e solo il dono dell’amore salva i nostri cuori e i nostri rapporti umani

(Borghello 1997)

Mentre scrivo quest’articolo mi accorgo di essere in Quaresima, un tempo che ci è donato dall’ amore del Signore e dalla Chiesa madre, per ridiventare sempre più discepoli, e per capire la bellezza di essere figli di un Dio che è AMORE e che salva.
Il cristiano, il Rover o la Scolta, non è semplicemente un uomo buono, non è solo una persona un po’ più educata o un po’ più religiosa degli altri: è un AMATO in anticipo, un uomo finalmente libero che ha scoperto nella propria esistenza una luce che gli ha aperto il senso della vita, Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio! Questa TRASFORMAZIONE interiore i Clan/Fuochi sentono il bisogno di condividerla.
È questa l’esperienza che facevano i primi cristiani (aggiungerei anche i cristiani di oggi in tante parti del mondo) soprattutto quando nella notte di Pasqua si ritrovavano tra loro, magari a rischio della propria vita, per celebrare l’Eucaristia, celebrazione del mistero di Gesù morto e risorto.
È questa l’esperienza di amore che, in noi battezzati, si rinnova ogni domenica, Pasqua della settimana.
Ma nella liturgia eucaristica ci sono dei segni, dei gesti e dei luoghi che mettono in atto realmente questa trasformazione nell’ uomo, così che la nostra esistenza ritrovi quella felicità di cui tanto abbiamo tutti bisogno.

Riscopriamo il segno del banchetto.
L’ultima settimana della vita terrena di Gesù comincia con una cena tra amici, a Betania, culmina con un’altra cena, ancora tra amici, i suoi APOSTOLI, l’ultima, e sarà seguita da altri banchetti, quando Egli, vivo dopo la sua morte, conforterà i suoi accompagnandoli verso Emmaus ed entrando nel cenacolo la sera di Pasqua. Come amava mangiare con gli amici Gesù! Ma non era solo una gioia, per Lui, fare così, era un annuncio, una rivelazione: facendo così Egli ci ha preparato al dono più grande, se stesso!
Ogni domenica, prepariamo la mensa sulla quale non ci deve essere nient’altro che Lui per noi, il Pane della vita: nell’Eucaristia la gioia giunge al suo vertice quando si arriva all’altare, là dove tutti, piccoli e grandi, poveri e ricchi, giovani e vecchi, sono radunati
come amici di Gesù che si dona: è un banchetto in cui Egli stesso è il nostro cibo, la nostra bevanda, la nostra vita. Eravamo giunti all’ altare scoraggiati e stanchi, con quel cibo riprendiamo forza. Eravamo peccatori, lontani, con quel pane diventiamo liberi, figli e fratelli tra noi. Domenica, Pasqua della settimana, è continua possibilità di cambiare perché siamo già stati cambiati dal Suo amore.

Luca 22,14-20
Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio».
Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi».

Lc 23,33
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.

Lc 24,1-3
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.

APPROFONDIMENTO

Il testo dell’ultima cena non è altro che l’anticipo, fatto nei segni del pane e del vino, del donarsi di Gesù fino a morire per noi. Morte e Risurrezione sono il grande mistero della nostra fede e che sentiamo diventare parte di noi ogni volta che lasciamo che la nostra vita diventi simile a quella di Gesù. Celebrare l’Eucaristia, in una chiesa o su una cima di montagna, è celebrare anche la nostra vita in Lui, quando riusciamo ad amare fino in fondo, quando sentiamo che la nostra vita risorge dalla fatica e dal peccato, quando cresce la fraternità e si allarga a tutto il mondo.

PROPOSTA DI ATTIVITÁ

I CLAN/FUOCHI posti in cerchio si passano tra di loro un gomitolo, con l’accortezza di tenere il filo tra le mani prima di lanciarlo ad un’altra persona, in modo da formare una rete di fili. Per poter lanciare il gomitolo è necessario dire ad alta voce che cosa si è vissuto di buono in questo ultimo tempo, quali sono i gesti di amore che si sono fatti o si sono visti realizzati.

“ROVERING” firmato B.P.
(per trovare la felicità bisogna) fare in modo
che sia l’Amore a guidare le nostre azioni
e i nostri pensieri. Dicendo Amore – con l’A
maiuscola – non intendo l’innamorarsi, o cose
del genere. Intendo l’applicazione di quello
spirito di gentilezza, di cui si dà prova quando
si fanno delle buone azioni, quando si è cortesi
e comprensivi, quando si dimostra gratitudine
verso gli altri per atti gentili che si sono ricevuti.
Ciò si chiama Buona Volontà.
E la Buona Volontà è la Volontà di Dio.

(Baden-Powell,“La strada verso il successo”)

SIGNORE-CHE-AMI
Grazie a te, Signore-che-ami,
crediamo nell’amore di Dio,
crediamo che è possibile amare
con lo stesso amore con cui siamo amati.
Grazie a te, Signore-che-ami,
crediamo che l’amore fiducioso
e generoso brucia ogni ostacolo
e fa crescere la vita in noi e intorno a noi.
Solo l’amore crea, ricrea e non muore.
Grazie a te, Signore-che-ami,
non temiamo la nostra debolezza,
né le nostre fragilità, né la morte…
Grazie a te, possiamo amare
ed accettare d’essere amati.

Don Claudio Barboni – Assistente Nazionale Rover